di ROCIOLA Savio
Un fumogeno, la noncuranza di chi doveva controllare e l’inciviltà, ciò che rimane sotto la curva nella zona dedicata al salto in alto dello stadio “Romeo Neri” di Rimini.
Tanti atleti, pronti al loro allenamento, a rifinire la tecnica prima delle ultimissime gare della stagione, prendono la rincorsa, saltano, superano l’asticella e… si rendono conto che non hanno il materasso sul quale cadere! Una storia triste, di fantasia, ma che sottolinea un incubo che in questa ultima settimana hanno vissuto i saltatori riminesi dopo aver assistito o visto dai social un qualcosa che non avrebbero mai voluto vedere. I sostenitori della società Perugia posizionati nel settore Curva Ovest ospiti, durante una partita di serie C hanno lanciato, all’11° minuto del primo tempo, un fumogeno nel recinto di gioco, precisamente sul materassino dedicato al salto in alto il quale immediatamente ha preso fuoco, provocando un incendio che ha necessitato l’intervento urgente del personale di sicurezza.
In molti si sono chiesti il perchè, una risposta che probabilmente non potrà mai arrivare, mentre altri hanno voluto sottolineare come il calcio è sempre sopra qualsiasi altro sport, probabilmente perchè non c’è la cultura di considerare l’esistenza di altri sport. Fumogeni che bruciano le piste, materassi bruciati, ostacoli usati come sedie per i fotografi e tanto altro, succede quasi in ogni stadio di Italia nel quale l’atletica e il calcio sono costretti a una convivenza forzata, che non riesce quasi mai a portare nulla di buono.
No rispetto per l’atletica, ma stavolta si può dire “nessun rispetto per lo sport in generale”, perché questo può essere sicuramente inserito nella lista nera dei punti più bassi raggiungibili nel mondo dello sport. Rispetto e convivenza civile non sempre esistono, molti lasciano fare a quello più potente. Basta solo ricordare però che senza sport muore il futuro, lo dicono in molti, ma talvolta serve applicarsi per lo sport a favore di tutti a 360gradi.
Savio Rociola
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