Aneta Danelczyk è stata assassinata a coltellate. Il marito, Albano Galati, era in cura al centro di igiene mentale
Sarà il Comune ad occuparsi, attraverso i Servizi sociali, dei quattro figli di
Aneta Danelczyk, la 50enne di origine polacca uccisa a coltellate ieri pomeriggio a Taurisano, nel Salento, dal marito, il 57enne Albano Galati, reo confesso e accusato di omicidio. Ad annunciarlo è il sindaco del paese, Luigi Guidano, che invoca una rapida decisione da parte del Tribunale per i minorenni di Lecce riguardo alle sorti del più piccolo dei ragazzi, un 12enne che avrà certamente bisogno di maggiori attenzioni rispetto ai fratelli, tutti maggiorenni.
Assistenza psichiatrica
Galati era senza lavoro da tempo e si era rivolto alle strutture di assistenza psichiatrica della Asl di Lecce, come rende noto il sindaco. Intanto, «l’intera comunità cittadina è sotto choc – dice il sindaco al Corriere – a causa dell’azione violenta e assolutamente non prevedibile», del 57enne che, giunto nell’appartamento di via Corvaglia, nella zona 167, in cui viveva la moglie con i quattro figli (uno dei quali avuto da una precedente relazione), ha sferrato diverse coltellate alla donna, secondo quanto ricostruito, a seguito di un litigio. Sembra che Galati fosse in stato di alterazione psicofisica dovuto probabilmente all’abuso di alcol. La donna, avrebbe cercato di scappare, chiedendo aiuto ad un vicina di casa, ma il marito l’avrebbe raggiunta e accoltellata a morte. Nello stesso frangente la vicina è rimasta ferita in modo non grave: è stata medicata nell’ospedale Francesco Ferrari di Casarano e subito dopo dimessa. L’uxoricida, dopo il delitto, si è consegnato agli agenti del commissariato di polizia di Taurisano, dove ha confessato l’omicidio davanti al sostituto procuratore Giorgia Villa.
Matrimonio in crisi
Aneta Danelczyk e Albano Galati, negli anni scorsi si erano conosciuti in Svizzera, dove entrambi si trovavano per lavoro. Poi il trasferimento a Taurisano, paese di origine dell’uomo. «Quando è arrivato qui Albano Galati, aveva bisogno di un lavoro – ricorda il sindaco – e io l’ho aiutato per quanto mi è stato possibile. Comunque, è stato assunto dalla ditta incaricato del servizio di igiene urbana, ma forse per motivi di salute si era licenziato e percepiva una piccola pensione. Poca cosa. I soldi non gli bastavano di certo per sostenere la famiglia». Secondo quanto si è appreso dai vicini di casa, da qualche tempo, però, l’uomo si era trasferito in un altro alloggio, forse a causa di disaccordi con la moglie. Gli investigatori hanno trovato e sequestrato l’arma del delitto, un coltello da cucina a lama lunga.
«Aveva detto di voler uccidere»
Resta da verificare l’indiscrezione secondo cui Galati avrebbe manifestato l’intento di uccidere la moglie ad alcuni conoscenti. «Il Comune farà la sua parte – assicura il sindaco Guidano – con i servizi sociali, ma sono preoccupato per i figli, per il loro futuro. Sarà necessario fare di tutto affinché sia data loro qualche opportunità. Ciò che è accaduto è grave e ce ne rendiamo perfettamente conto, questi episodi si ripetono con una frequenza allarmante ormai ovunque. Galati aveva scelto volontariamente di essere seguito dal Cim (Centro di igiene mentale), aveva problemi di salute ed economici. Una situazione complessa come tante altre che deve indurci a fare di più, ad un approccio diverso, più efficace verso queste problematiche. Sono chiari segnali del fatto – conclude il sindaco Luigi Guidano – che la società di sta andando in frantumi correndo dietro i disvalori».
fonte: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
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