Taranto, raffiche di rapine in provincia, un 28enne condannato a 6 anni

I due complici hanno invece scelto di patteggiare. I colpi messi a segno tra febbraio e maggio 2022

di FRANCESCO CASULA

È stato condannato a 6 anni di carcere Luigi Ninni di 28 anni di Lizzano, uno dei tre uomini arrestati a luglio scorso dai carabinieri per una serie di rapine messe a segno nella provincia di Taranto tra febbraio e maggio 2022. Al termine del processo con rito abbreviato, il giudice Francesco Maccagnano ha accolto la richiesta di condanna del pm Marzia Castiglia ed emesso la sentenza nel pomeriggio di giovedì. Nella stessa inchiesta erano stati coinvolti anche Christian Urbano 32enne di Sava difeso dall’avvocato Armando Pasanisi e il 19enne Andrea De Padova anch’egli di Sava e assistito dall’avvocato Biagio Leuzzi. Entrambi hanno scelto di patteggiare: per Urbano l’avvocato Pasanisi ha concordato una pena a 3 anni di carcere mentre per De Padova l’avvocato Leuzzi ha ottenuto una pena a 5 anni in continuazione con una precedente sentenza definitiva.

Le accuse mosse a vario titolo dal pubblico ministero Enrico Bruschi che coordinò le indagini dei militari della Compagnia di Manduria, sono di rapina, furto aggravato, ricettazione, danneggiamento e porto abusivo di armi. I tre giovani avrebbero imperversato con allarmante frequenza in diversi comuni della provincia creando preoccupazione tra i commercianti. Le indagini hanno accertato come i tre soggetti fossero uniti «da una particolare spregiudicatezza e propensione al crimine», riuscendo a mettere a segno, in tempi molto ravvicinati, quattro rapine e due furti con modalità ben collaudate. In tre diverse occasioni, infatti, avrebbero utilizzato la stessa strategia: dopo un’attenta ricognizione per scegliere l’attività commerciale da rapinare, uno di loro irrompeva con l’arma in pugno per immobilizzare il commerciante mentre gli altri procedevano a portare via le macchine «cambiamoneta».

Il gruppo ha anche cercato di fare il salto di qualità, tentando di rapinare una gioielleria, ma il colpo è sfumato grazie al coraggio della proprietaria che ha dato l’allarme e come altri imprenditori ha denunciato e fornito utili elementi all’indagine che ha permesso di individuare i tre giovani.

 

fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno