Nella notte un commando di uomini armati è entrato nell’abitazione del 43enne nato a Schio e ha fatto fuoco colpendo il monsignore alle gambe. Subito soccorso, non ha mai perso conoscenza ed è fuori pericolo
di Alessandra Fabbretti
ROMA – Poco dopo la mezzanotte un commando di uomini armati ha fatto irruzione nell’abitazione di monsignor Christian Carlassare, vescovo di Rumbek, in Sud Sudan. Gli aggressori hanno fatto fuoco colpendo il missionario comboniano alle gambe, quindi si sono dati alla fuga. Lo riferisce tra gli altri padre Ivardi Ganapini, direttore della rivista dei comboniani ‘Nigrizia’. Secondo Ganapini, monsignor Carlassare non ha mai perso conoscenza e dopo l’agguato è stato in grado di contattare telefonicamente il responsabile dei missionari comboniani in Italia per rassicurarlo sulle sue condizioni e poi chiedere: “Pregate non tanto per me ma per la gente di Rumbek che soffre più di me”. Il vescovo è stato subito soccorso dai medici del Cuamm e sempre, secondo Nigrizia, sarà trasferito prima nella capitale Juba e poi a Nairobi.
Il VESCOVO PIÙ GIOVANE DEL MONDO
Padre Christian è nato nel 1977 a Schio, in Veneto, e dopo 15 anni di missione nel Paese africano, l’8 marzo è stato nominato vescovo da Papa Francesco. “A 43 anni – scrive ancora il direttore di Nigrizia – è diventato il vescovo più giovane del mondo della giovanissima Diocesi di Rumbek, nata solo nel 1975 e guidata, prima di lui, anche dal ‘padre del popolo’ Cesare Mazzolari, missionario comboniano morto nel luglio del 2011, una settimana dopo la dichiarazione dell’indipendenza del Sud Sudan”. Al momento non sono chiare le ragioni dell’agguato al vescovo italiano ma padre Ivardi avanza l’ipotesi che a qualcuno non sia piaciuto il fatto che il missionario, prima di essere nominato vescovo della diOcesi a maggioranza dinka, avesse lavorato per quasi 20 anni con l’altra grande comunità del Paese, i nuer.
Fonte: Agenzia DiRE
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