L’acqua ha riempito il nono e il decimo piano. Al lavoro sommozzatori e droni acquatici. Gravi i cinque feriti. Giovedì sciopero generale in Emilia Romagna. Calderone: investire sulla cultura della sicurezza. Bonaccini: vogliamo sapere cosa è successo
AGI – Proseguono senza sosta le ricerche delle quattro persone disperse nell’esplosione avvenuta martedì pomeriggio nella centrale idroelettrica di Suviana, a Bargi, frazione di Camugnano, nell’Appenino bolognese. Tre le vittime accertate e cinque i feriti, tutti gravi, uno in pericolo di vita. Sulle possibili cause dello scoppio, che sarebbe avvenuto in un generatore collegato a una turbina, Enel Green Power, proprietaria dell’impianto, al momento non si sbilancia. Unanime il cordoglio della politica e forte la rabbia dei sindacati, che hanno proclamato per giovedì una giornata di sciopero generale in tutta l’Emilia Romagna. Il sindaco di Camugnano, Marco Masinara, ha dichiarato il lutto cittadino.
Cento vigili del fuoco al lavoro
“La speranza è d’obbligo soprattutto per chi sta facendo le ricerche; noi abbiamo come intenzione quella di trovare persone in vita, ma oggettivamente è uno scenario che non ci rende ottimisti”, ha dichiarato Luca Cari, portavoce dei vigili del fuoco, in collegamento con Rete 4, “i locali sono stati interessati prima da uno scoppio, poi da un incendio, un crollo e un allagamento quindi la situazione è veramente drammatica” e per quanto riguarda le possibilità di trovare dei sopravvissuti “siamo nel campo dei miracoli”. “I sommozzatori in acqua non riescono a vedere oltre, toccano con le mani”, ha aggiunto, “chiarite le cause dell’ingresso dell’acqua cercheremo di riprendere a pieno ritmo”.
“I nostri tempi sono proiettati sul ritrovamento dei quattro dispersi e, malgrado 100 vigili del fuoco al lavoro e tutto l’impegno, sono tempi lunghi anche quelli di ricerca: non ci attendiamo in giornata di avere risultati”, ha spiegato Cari, “se riusciamo nella notte a riprendere a pieno ritmo, speriamo di trovare condizioni più favorevoli per fare il nostro lavoro”.
Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, si è recata sul luogo dell’incidente. Sul posto anche la segretaria del Pd, Elly Schlein. A precederle di alcune ore il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che ha chiesto di fare immediata chiarezza sulle dinamiche della tragedia.
“Presto vogliamo sapere cosa sia successo, perché sono cose intollerabili, faccio mie le parole del presidente Mattarella, che mi ha chiamato ieri ed è ancora una volta così vicino a questa comunità spesso ferita in questi anni, ha detto ‘bisogna fare piena luce’ e piena luce significa appurare tutta la verità”, ha detto Bonaccini, “non voglio puntare il dito contro nessuno, saranno i magistrati, coloro che faranno le indagini, a doverci dire cosa è successo ma certamente non ci si può abituare a vedere così tanti morti sui luoghi di lavoro”.
“Si faccia piena luce nel chiarire la dinamica di quanto accaduto: perché è un altra strage di lavoratori, non possiamo più accettare che questo accada”, ha dichiarato invece Schlein, “bisogna che la sicurezza della lavoro diventi una priorità per questo Paese”.
Calderone: “Una tragedia veramente immensa”
Il ministro Calderone ha parlato di “una tragedia veramente immensa, di cui è ancora difficile definire complesso e la dinamica dei fatti: credo sia difficile da poter esprimere, perché si rischia di cadere nella retorica”, ha detto Calderone”. Non solo una visita doverosa, ma anche “la vicinanza del governo al territorio e alle comunità che sono molto provate, perché questo è un impianto che è anche molto legato a questo territorio”. Per Calderone, ora “dobbiamo rispetto al lavoro dei soccorritori e degli inquirenti e alle famiglie” ma l’attenzione deve tornare sul tema della sicurezza sul lavoro.
“Abbiamo bisogno veramente di investire su una cultura della sicurezza che dev’essere una cultura della vita, che deve essere di ognuno di noi, perché avere cura della nostra vita vuol dire avere cura e rispetto anche della vita degli altri e questo è un elemento fondamentale”. “Le norme ci sono, ne stiamo mettendo in campo di nuove, ne abbiamo varate recentemente – ha detto ancora il ministro – siamo anche consapevoli che ci sono delle situazioni in cui ci sono anche degli utilizzi impropri di alcune tipologie e contratti di lavoro e queste cose devono essere giustamente sanzionate e soprattutto anche individuati gli strumenti per evitare che avvengano nuovamente degli incidenti basati su questo”.
Enel Green Power: “Non è opportuno parlare di cause”
Per l’ad di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, che sta seguendo le ricerche dei dispersi, “non è opportuno parlare di cause, è una situazione complessa”. “La cosa più importante è aiutare le famiglie e dare una mano ai vigili del fuoco per recuperare i superstiti. Stiamo collaborando con le autorità”, ha aggiunto il manager, spiegando che “i lavori in corso erano di aggiornamento tecnologico e stavamo realizzando prove di collaudo sul secondo gruppo. Sul primo erano state già realizzate nelle settimane scorse e si erano concluse”.
“I lavori era iniziati a settembre 2022 secondo un’attività programmata che stava terminando in questi giorni con contractor tra le società più prestigiose del mondo”, ha proseguito Bernabei, che ha citato tra gli altri il nome di Siemens, “i contractor possono a loro volta rivolgersi ad altri specialisti, perché qui i lavori possono essere fatti solo da specialisti”.
La reazione dei sindacati
Cgil e Uil hanno dichiarato per la giornata dell’11 aprile uno sciopero di otto ore in tutti i settori e convocato una manifestazione a Bologna, in piazza XX settembre, “che tiene insieme lo sgomento e la rabbia, rabbia perché dopo un giorno non sappiamo le aziende coinvolte, che cosa è successo, che contratti avevano i lavoratori in vario modo coinvolti in un cantiere Enel”, ha detto Michele Bulgarelli, segretario della Cgil del capoluogo emiliano. “Questa è l’Italia, questo è il mondo del lavoro… Cosa ci faceva ad esempio un pensionato di 73 anni dentro un cantiere?”, ha proseguito il sindacalista, “basta: abbiamo bisogno di tenere insieme un mondo del lavoro che rischia di restare nella propria solitudine e rabbia. Ci aspettiamo una grande adesione allo sciopero, nelle fabbriche, negli uffici, nei luoghi di lavoro pubblici e privati… Una grande manifestazione. È il momento di dire basta. C’è un prima e c’è un dopo l’incidente di Suviana”.
La Cisl Area metropolitana bolognese, da parte sua, ha organizzato un presidio davanti alla sede felsinea di Enel dalle 11.45, in concomitanza con lo sciopero nazionale di quattro ore indetto dalla categoria degli elettrici, Flaei, esteso a tutte le categorie dei lavoratori del privato.
“Parliamo di una strage continua, di una guerra civile. Ogni anno ci sono 1040 morti e 500 mila incidenti, un tema sul quale, come organizzazioni sindacali, stiamo chiedendo al governo misure ben precise che ancora non sono state assunte. Per questo motivo, domani faremo quattro ore di sciopero, per richiamare tutti all’attenzione da dare a questo tema. In Emilia-Romagna ci saranno otto ore di sciopero, perché l’incidente di Suviana si poteva evitare”, ha affermato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a Rtl 102.5, “un anno fa, la nostra organizzazione sindacale denunciò il fatto che non si intervenisse sulla sicurezza, ci sono documenti presentati sui quali si diceva che la sicurezza non era al massimo. Dopo un anno è purtroppo arrivata la tragedia”.
“Molti di questi incidenti si possono evitare. E non sono incidenti, quando non ci sono interventi si tratta di omicidi”, ha proseguito Bombardieri, “la nostra organizzazione sindacale aveva scritto dicendo che c’erano procedure e sistemi da migliorare. Purtroppo non ci sono state risposte. In una logica nella quale gli appalti al massimo ribasso e i subappalti a cascata tengono conto solo del profitto, dell’utile, e non rispettano la vita umana, poi abbiamo le tragedie. Ripeto, in molti casi non si tratta di incidenti, sono veri e propri omicidi. Perché quando per guadagnare un’ora, o mille euro, o un appalto, non si interviene sulla sicurezza e si perde una vita umana”.
Le condizioni dei feriti
Sono particolarmente serie le condizioni di uno dei cinque tecnici rimasti gravemente feriti nell’esplosione. L’uomo – ricoverato, in prognosi riservata, nel reparto Rianimazione del centro ustioni di Pisa – ha ustioni serie in diverse parti del corpo e sarebbe in pericolo di vita.
Uno dei due feriti che erano stati ricoverati nel reparto grandi ustionati dell’ospedale Bufalini di Cesena, un venticinquenne, è stato dimesso con una prognosi di 30 giorni, si apprende dalla direzione della struttura. L’altro, il più grave, di 42 anni, è sedato e in terapia intensiva con ustioni su quasi il 20% del corpo e problemi all’apparato respiratorio da inalazione di calore.
In rianimazione all’ospedale di Parma c’è un altro lavoratore ferito, di 54 anni, in condizioni stazionarie ma critiche per ustioni gravi sul 40%-50% del corpo. In prognosi riservata anche il trentacinquenne ricoverato in Rianimazione all’ospedale Sant’Orsola di Bologna.
fonte: AGI
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