Scena muta per protesta all’orale di maturità: promosse le tre studentesse. Donazzan: «Vanno punite»

Venezia, i genitori le difendono: «Orgogliosi». In Rete esplode il dibattito sullo sciopero dell’esame finale

Sono state promosse tutte e le tre studentesse ribelli del liceo Foscarini di Venezia. Dopo aver ricevuto un voto basso nello scritto di greco, avevano deciso di fare «sciopero» all’orale di maturità. Parlano chiaro i quadri esposti fuori da scuola nel tardo pomeriggio di giovedì: Linda Conchetto esce con 71, Virginia Gonzales y Herrera con 65, Lucrezia Novello con 67.
«Mi accontento di un voto basso ma sono a posto con la mia coscienza. La pioggia di insufficienze data all’intera classe nella traduzione era stata ingiusta e umiliante», commenta Linda, appena saputo l’esito del suo esame di Stato.

«Non accetto il vostro giudizio che non rispetta il mio lavoro»

La 18enne del Lido di Venezia, promessa dell’atletica leggera, aveva protestato per prima al colloquio orale, martedì 25. La studentessa si era limitata a firmare la presenza, chiedere la revisione del testo ai commissari, e leggere un documento scritto appositamente per loro in cui spiegava di non voler affrontare la prova orale. «Non voglio accettare il vostro giudizio che non rispecchia il mio lavoro, perché non tollero la mancanza di rispetto nei miei confronti» aveva scritto la giovane, sicura come le altre due compagne di diplomarsi in ogni caso, avendo già totalizzato un punteggio superiore al 60 dopo gli scritti. Da ordinanza, tanto basta a superare l’esame anche facendo “scena muta”.

Donazzan: «Disobbedienza che va punita»

Tra le reazioni di ferma condanna al gesto delle liceali c’è quella dell’assessore regionale uscente all’Istruzione, Elena Donazzan: «Questa disobbedienza va punita, perché è una provocazione e una mancanza di rispetto nei confronti dei docenti e dell’istituzione scolastica: così facendo dimostrano di non essere realmente mature», ha detto non appena appresa la notizia. Non si è invece espresso nel merito della vicenda l’Ufficio scolastico regionale del Veneto. L’ente dispone di una squadra di supporto per le commissioni d’esame, deputata a rispondere a eventuali richieste di chiarimento tecnico sull’applicazione dell’ordinanza, fatto che tuttavia non si è verificato. Le maturande hanno ricevuto ciascuna 4/20 (un 2 tradotto in decimi, ndr).

Il dibattito social e il sostegno della classe

Sui social sono state nel frattempo tacciate di mancanza di rispetto ma, a scuola, le ha sostenute in primis il gruppo classe, come testimonia un compagno che ha presenziato a due dei tre orali diventati presto «virali». «Riconosco a mia volta l’indignazione per i voti bassissimi dati dalla docente esterna di greco, 10 su 14 insufficienti – esordisce -. Trovo sbagliato il sistema della maturità. Così com’è concepito riduce la fine di un percorso di cinque anni a un “terno al lotto” a seconda della commissione». Lui non ha potuto fare lo stesso, gli serviva il punteggio dell’orale per la promozione. «Garantisco che c’è stato uno scroscio di applausi tra gli studenti e genitori che hanno assistito alla prova delle ragazze», aggiunge.

«Atto grave»

Di tutt’alto tenore è la lettura dell’assessore Donazzan. «Se molti degli studenti della classe hanno preso un brutto voto nella versione di greco vuol dire che non hanno studiato o che non sono stati preparati abbastanza bene e non hanno raggiunti i livelli sufficienti previsti. Potrà anche esserci stato un problema a livello di docenza, ma quando si entra nel mondo degli adulti si viene valutati anche sul fronte comportamentale, e questo lo definisco un atto di disobbedienza molto grave», incalza Donazzan che, fino a giovedì, non contava in una promozione certa delle tre candidate: «Promosse anche facendo scena muta all’orale? Evidentemente avevano fatto bene i loro conti, il che vuol dire che non hanno neanche il coraggio di rischiare».

La mamma: «Orgogliosa di lei»

Francesca, madre di Lucrezia, non potrebbe invece essere più fiera. Difende a spada tratta le tre ragazze anche a fronte di chi le ha appellate come viziate maleducate. «Preferisco mia figlia così, che ha condiviso a casa la sua intenzione, papà non era inizialmente contento, ma insieme la abbiamo supportata. Sono veramente orgogliosa di lei. Non ha mai dato problemi, si è sempre sacrificata per raggiungere i suoi obiettivi. È responsabile delle sue azioni, penso sia veramente in gamba, più matura dei suoi professori». Le classiciste procederanno con un accesso agli atti. Sfuma invece l’ipotesi di un ricorso al Tar: le dirette interessate lo avevano preso in considerazione solo nel caso in cui fossero state bocciate.

 

fonte: CORRIERE DEL VENETO

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