di Gigliola Alfaro
“Quest’anno la solennità del Santo cade proprio di martedì, nel giorno in cui frate Antonio morì nel 1231. Una festa che ci attendiamo ancor più intensa e partecipata. Incontrando pellegrini e devoti si possono intuire le ragioni più importanti del legame devozionale con il Santo.
A volte si pensa che a Sant’Antonio si chieda di intercedere soprattutto per la salute o per il lavoro. Ci sono anche queste preghiere, certo; ma il più delle volte viene chiesta la riconciliazione all’interno delle famiglie, il dono di andare d’accordo, di recupere quei rapporti che si stanno rompendo”. Lo dice il rettore della Basilica del Santo, a Padova, padre Antonio Ramina, alla vigilia della festa di Sant’Antonio, che si celebra domani, 13 giugno.
“Quando le persone si mettono in fila per toccare con le loro mani il luogo in cui Sant’Antonio è sepolto si può fare esperienza di una spiritualità viva che ha bisogno non solo del pensiero, ma anche dell’espressione tattile, affettiva. Vicino all’Arca tutto questo accade con discrezione e compostezza, quasi in un clima di dialogo a tu per tu con il Santo”, sottolinea padre Ramina.
Da stasera inizieranno a lavorare sul sagrato i maestri infioratori di Fucecchio (Firenze) – ospitati dai terziari dell’Ordine francescano secolare – che porteranno anche quest’anno una meticolosa realizzazione di un tappeto floreale colorato composto da petali di fiori che riproduce una effigie antoniana.
L’infiorata verrà lavorata per gran parte della notte; resterà intatta tutta la giornata di domani, per venire poi “calpestata” durante la solenne processione che uscirà dopo la santa messa, delle ore 17, presieduta dal ministro provinciale, padre Roberto Brandinelli.
Fonte: SIR
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