San Cataldo, il nuovo ospedale di Taranto mai inaugurato: Perrini aveva previsto i ritardi

Il Consigliere Regionale Renato Perrini di Fratelli d’Italia aveva già denunciato da anni che il San Cataldo non sarebbe stato pronto prima del 2026. Le sue previsioni trovano ora conferma nei fatti.

di Redazione

Taranto (EN24) L’ospedale San Cataldo di Taranto, che avrebbe dovuto rappresentare il fiore all’occhiello della sanità pugliese, è ancora un’opera incompiuta. Un destino che il Consigliere Regionale Renato Perrini, Capogruppo di Fratelli d’Italia e Vicepresidente della Commissione III (Assistenza Sanitaria e Servizi Sociali) aveva previsto fin dal principio. “L’avevo detto già anni fa che questo ospedale non sarebbe stato inaugurato prima del 2026, e purtroppo i fatti mi stanno dando ragione”, aveva dichiarato Perrini in più occasioni, denunciando ritardi e mancanza di programmazione.

Già nel 2016, Perrini aveva sottolineato come la chiusura del Pronto Soccorso dell’ospedale Moscati fosse una scelta affrettata e rischiosa. “Lo avevo detto chiaramente: chiudere il Pronto Soccorso del Moscati, promettendo un’imminente apertura del San Cataldo, era un errore. E infatti, otto anni dopo, siamo ancora qui ad aspettare”, aveva dichiarato il Consigliere.

Nel tempo, Perrini aveva insistito affinché il Moscati venisse riaperto come misura temporanea per far fronte alla crescente pressione sui pronto soccorso della provincia di Taranto, già sovraccarichi di pazienti. “Questa struttura, per la sua posizione strategica, avrebbe potuto alleviare il peso su ospedali come quelli di Martina Franca, Manduria, Castellaneta e la Santissima Annunziata di Taranto”, aveva sottolineato in diverse interrogazioni.

Un’altra battaglia portata avanti da Perrini riguarda i finanziamenti per completare il San Cataldo. Nel 2023, aveva accolto con favore lo sblocco di 110 milioni di euro da parte del Governo Meloni, che si aggiungevano ai 150 milioni stanziati in precedenza. Tuttavia, aveva messo in guardia: “Non bastano i soldi: serve una gestione seria e rapida per chiudere finalmente questo cantiere infinito”.

Parallelamente, Perrini aveva denunciato le criticità legate alla viabilità. Già nel gennaio 2021, aveva evidenziato la necessità di costruire la bretella di collegamento con la rete Bus Rapid Transit (BRT) per assicurare un facile accesso all’ospedale. “Senza infrastrutture adeguate, il San Cataldo rischia di diventare una cattedrale nel deserto”, aveva dichiarato in un’interrogazione urgente al Presidente della Regione Emiliano e all’assessore ai Trasporti Mauro Di Noia.

Perrini non aveva mai smesso di portare avanti le sue battaglie per la sanità tarantina. Nell’agosto 2023, aveva chiesto formalmente che il Pronto Soccorso del Moscati venisse riaperto almeno per il periodo estivo, in previsione del grande afflusso turistico che avrebbe messo sotto pressione il sistema sanitario della provincia. Tuttavia, la richiesta non era stata accolta, lasciando ancora una volta i cittadini senza risposte.

Nel corso degli anni, il Consigliere aveva anche sottolineato come la mancanza di personale medico fosse un problema strutturale che avrebbe ostacolato l’effettiva operatività del San Cataldo, anche una volta completato.

“Va dato atto all’attuale direzione generale dell’Asl di Taranto, a differenza dell’ex D.G. Rossi, di aver mostrato coerenza nel corso delle ultime audizioni in Regione. Era ora, dopo tanto populismo e la troppa demagogia sulla problematica portata avanti da Emiliano quanto da Palese”, aveva dichiarato Perrini, riconoscendo un cambio di atteggiamento positivo rispetto alla precedente gestione.

Le previsioni di Perrini, purtroppo, si sono rivelate accurate. Ad più un anno dal 2026, anno in cui lo stesso Consigliere aveva ipotizzato l’inaugurazione dell’ospedale, il San Cataldo rimane un progetto incompiuto, simbolo dei ritardi e delle inefficienze che affliggono la sanità pugliese.

“Purtroppo, i cittadini di Taranto continuano a pagare il prezzo di anni di promesse non mantenute e di scelte politiche sbagliate”, aveva dichiarato Perrini. “La mia battaglia continuerà fino a quando non vedremo realizzata una sanità degna per questa provincia”.

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