La vedova dell’ex capitano della Fiorentina è arrivata a palazzo di giustizia per presenziare al processo a carico del medico che gli concesse due certificati di idoneità nonostante avesse rilevato delle aritmie
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FIRENZE – Il pm Antonino Nastasi ha chiesto una condanna di un anno e sei mesi a carico di Giorgio Galanti, ex direttore dell’istituto di medicina sportiva dell’ospedale fiorentino di Careggi, accusato di omicidio colposo ai danni dell’ex capitano della Fiorentina Davide Astori, trovato senza vita il 4 marzo 2018 in un albergo a Udine alla vigilia della partita che la squadra toscana avrebbe dovuto giocare nella città friulana.
“Il processo è stato rinviato per eventuali repliche. Se il pubblico ministero dovesse rinunciare siamo andati al 3 maggio per la sentenza“. Lo sottolinea Sigfrido Fenyes, legale dell’ex direttore dell’istituto di medicina sportiva dell’ospedale fiorentino di Careggi, Giorgio Galanti, che – unico imputato del procedimento – “soffre in silenzio”. La richiesta di condanna, aggiunge, “era nell’aria, evidentemente frutto di un’impostazione accusatoria legittima del punto di vista del pubblico ministero e anche da come è stata condotta l’udienza dell’esame dei periti. Sotto questo profilo non ho avuto una sorpresa. Certamente sono argomenti che non condividiamo, ai quali ho cercato di replicare puntualmente”.
Come all’arrivo, al termine dell’udienza Francesca Fioretti, compagna di Astori, non ha rilasciato dichiarazioni ai giornalisti. Per lei hanno parlato i suoi legali: “È stata un’udienza estremamente importante, come ci aspettavamo. C’è stata una lunga discussione del pm e delle parti civili. Abbiamo ottenuto un rinvio dell’udienza al 3 maggio, dove ci saranno disposte le controdeduzioni e poi l’emissione delle sentenza”, spiega l’avvocato Alessio Mazzoli.
A febbraio l’udienza si è focalizzata sulla nuova perizia disposta dal giudice Angelo Antonio Peruzzi, affidandola al medico legale Gianluca Bruno e al cardiologo Fiorenzo Gaita. In quella perizia i due esperti hanno evidenziato che le anomalie emerse durante la prova da sforzo si potevano approfondire con l’holter cardiaco, tuttavia, anche in quel caso, la patologia che affliggeva Astori (cardiomiopatia aritmogena biventricolare) sarebbe stata difficile da intercettare e quindi non si sarebbe potuto evitare la morte. Di parere opposto, invece, sono i pm fiorentini che contestano a Galanti il rilascio di due diversi certificati di idoneità, a luglio 2016 e a luglio 2017: idoneità concesse anche se nelle prove da sforzo erano state rilevate delle aritmie.
fonte: Agenzia DiRE
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