Polemiche in UK: Museo etichetta l’imperatore romano Eliogabalo come donna trans

Accese discussioni tra gli storici britannici sulla decisione del museo di utilizzare pronomi femminili per riferirsi al sovrano romano

di Redazione

Il North Hertfordshire Museum nel Regno Unito ha scatenato una polemica decidendo di identificare l’imperatore romano Eliogabalo come una donna trans. La scelta di utilizzare pronomi femminili per riferirsi a questo sovrano controverso è stata presa dopo una lunga ricerca accademica sulla sua identità sessuale, ma ha sollevato dibattiti accesi tra gli storici britannici.

Chi era Eliogabalo?

Eliogabalo, salito al potere nel 2018 a.C., ha lasciato una traccia indelebile nella storia romana. Tra le sue eccentricità, ha ordinato l’uso del termine ‘domina’ (signora) anziché ‘dominus’ (signore) per riferirsi a sé stesso e avrebbe persino promesso metà dell’Impero romano a un medico capace di fornirgli genitali femminili. Le sue relazioni amorose, in particolare con l’auriga Ierocle, e il suo stile di vita controverso, tra depilazioni, parrucche e trucco, hanno alimentato molte speculazioni sulla sua identità sessuale.

La Decisione del Museo

Il North Hertfordshire Museum ha scelto di interpretare Eliogabalo come una donna trans, basandosi su resoconti storici. Tuttavia, questa interpretazione ha suscitato disaccordi significativi tra gli storici, con molte voci che contestano la ridefinizione dell’identità di un imperatore romano basata su criteri moderni.

Le Controversie Storiche

Alcuni storici, tra cui il professore Andrew Wallace-Hadrill di Cambridge, hanno sottolineato che accusare qualcuno di comportamenti sessuali femminili era un insulto grave nell’antica Roma. Pertanto, considerano questa identificazione come un tentativo di diffamare l’imperatore dopo la sua morte, piuttosto che una rappresentazione accurata della sua identità.

La decisione del museo solleva importanti questioni sulla reinterpretazione di figure storiche alla luce dei valori e delle sensibilità contemporanei, aprendo un dialogo su come trattare l’identità di genere in contesti storici lontani.

 

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