Inizia l’avventura della città marchigiana. Presenti anche il ministro della Cultura Sangiuliano, e il presidente della Regione e il sindaco. La cerimonia è stata condotta da Paolo Bonolis
“Oltre che eredità del passato la cultura è soprattutto presente e futuro, non semplice consumo di ciò che è casualmente disponibile: è un passaggio di testimone da una generazione all’altra” ha detto Mattarella. “Il passaggio del testimone -ha proseguito il Capo dello Stato- è uno dei compiti più importanti che appartengono a una comunità e alla sua civiltà. Un grande momento di civiltà, oltre che un dovere. Fare cultura significa creare opere dell’ingegno. ‘Il fatto che si continui a sognare –ha scritto l’antropologo Roger Bastide– conferma che la creazione resta da completare’. Per Pesaro -ha concluso Mattarella- inizia oggi un sogno operoso. Un sogno sorretto dall’impegno di realizzazioni concrete”.
“L’Europa è tornata a vivere con la pace e nella pace. La straordinaria stagione di creatività culturale della seconda metà del Novecento è figlia di quella scelta. Quella promessa di pace ha generato libertà e uguaglianza, consentendo anche di rianimare la parola ‘fraternità’ -che la Rivoluzione francese aveva issato sui pennoni, e poi oscurata nell’evolvere dei conflitti sociali, dagli insorgenti nazionalismi, dalla pretesa di ridurre ‘ad unum’ il volere dei popoli, dalle volontà di potenza. Questioni cruciali, queste, che chiamano alla responsabilità i governanti. Responsabilità che coinvolge le comunità e le persone, non meno degli Stati. Ma la pace è anche un grande tema che riguarda la cultura. La cultura è un lievito che può rigenerare la pace. E con essa i valori umani che le guerre tendono a cancellare, annegandoli nell’odio, nel rancore, nella vendetta, indotti dagli estremismi nazionalistici”.
“In questo momento parlare di cultura, pensare la cultura, trasmettere cultura -ha aggiunto il Capo dello Stato- vuol dire alzare lo sguardo, per un compito di grande portata. Perché la cultura è paziente semina, specialmente nelle nuove generazioni. Perché la cultura è beneficamente contagiosa e permette di riflettere sulla storia per non ricadere negli errori del passato. Permette di ammirare l’arte, la bellezza, l’ingegno, consapevoli che l’estetica non può separarsi da un’etica di rispetto per la persona”.
“L’Italia raccoglie un gran numero di luoghi della cultura: dai centri più remoti della nostra provincia a importanti città. Questa catena è molto più di una teoria di siti esposti in vetrina, indicati da scoprire e visitare. È l’espressione della pluralità delle culture che fanno così attraente la nostra Patria e che rendono inimitabile la nostra identità”. “Si tratta -ha aggiunto il Capo dello Stato- di un percorso di grande valore che attraversa l’Italia e mette in evidenza le radici antiche e robuste di ciascuno dei nostri luoghi e dei nostri centri. Radici che vanno, quindi, valorizzate e preservate, nella loro peculiarità. Radici che, tutte insieme, contribuiscono a definire l’immagine del nostro Paese”.
“La sostenibilità è un nome della pace”
Pesaro ha proposto “come tema per il suo anno da capitale: ‘La natura della cultura’. La natura, il suo equilibrio da ricostituire, la riconciliazione con l’ambiente, gravemente violato e sfruttato, sono anch’essi obiettivi urgenti di civiltà e di pace – ha detto Mattarella -. La distruzione di risorse non può essere gabellata come sviluppo ma va indicata come regressione”. “La sostenibilità -ha proseguito il Capo dello Stato- è un nome della pace. Cultura è conoscenza. Ma anche coscienza. Ci vogliono intelligenza e coraggio per battere strade nuove. Pesaro si propone quest’anno di far interagire arte, natura e tecnologia. ‘Artigiani dell’immaginario’ è uno degli slogan: unire il fare, proprio all’artigiano, con la cultura immateriale, con la creatività”.
“Odio incide sulle nostre coscienze più delle armi”
“Attraversiamo una stagione difficile, per molti aspetti drammatica, in cui l’uomo sembra, ostinatamente, proteso a distruggere quel che ha costruito, a vilipendere la propria stessa dignità” ha detto il Presidente della Repubblica. “Le guerre che si combattono ai confini dell’Europa ci riguardano. Non soltanto perché il vento delle morti, delle distruzioni, degli odi percorre le distanze ancora più rapidamente di quanto non facciano le armi e incide sulle nostre esistenze, sulle nostre economie e soprattutto sulle nostre coscienze. Ci riguardano perché l’Europa, rinata nel dopoguerra, ha iscritto la parola pace nella sua identità”.
“Pubblici poteri e grandi corporazioni non possono creare pensiero unico”
“Tanti verranno a Pesaro, da ogni parte d’Italia, d’Europa, da altri luoghi, per incontrarvi, per conoscere il vostro patrimonio storico-artistico” ha detto il Capo dello Stato. “È una conseguenza di quella circolarità della cultura che non sopporta restrizioni o confini, che pretende il rispetto delle opzioni di ogni cittadino, che respinge la pretesa, sia di pubblici poteri o di grandi corporazioni, di indirizzare le sensibilità verso il monopolio di un pensiero unico”. “Se la cultura è sapere, creatività, emozione, passione, sentimento, ebbene, è il presupposto delle nostre libertà, inclusa -ha aggiunto il Capo dello Stato- quella di stare insieme”.
fonte: Adnkronos
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