Il certificato medico elettronico dovrebbe essere riconosciuto mutualmente dagli Stati. Ciò permetterebbe il viaggiare, alleggerendo i controlli medici alla frontiera e le quarantene. Fino ad ora, la Cina ha amministrato 52 milioni di dosi di vaccino. In programma la vaccinazione del 40% della popolazione entro giugno.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Un certificato medico elettronico che sia riconosciuto mutualmente dagli altri Paesi, in cui è registrata l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19. È la proposta suggerita da Wang Yi, ministro cinese degli Esteri, due giorni fa durante una conferenza stampa al margine dell’Assemblea nazionale del popolo (Anp).
La proposta mira a superare le forti restrizioni attuate finora nel Paese verso tutti coloro che viaggiano o provengono dall’estero. Al presente vi sono stretti controlli alle frontiere, rifiuto di entrata per persone provenienti da Paesi a rischio, quarantena obbligatoria verso chiunque entra in Cina.
Wang Yi ha detto che il suo Paese spingerà a che vi siano passaporti elettronici che confermano lo stato di salute delle persone, e che tali documenti siano riconosciuti vicendevolmente fra gli Stati, con possibili verifiche di test.
Il ministro degli esteri ha anche detto che la Cina è disposta ad aprire centri di vaccinazione regionali in altri Paesi per permettere l’inoculazione del vaccino per i cinesi residenti all’estero.
Secondo Guo Weimin, portavoce della Conferenza politica consultiva del popolo cinese, che si svolge in contemporanea con l’Anp, al 28 febbraio scorso il Paese aveva amministrato 52 milioni di dosi. Nello stesso tempo, la Cina ha esportato il suo vaccino in 28 Paesi, e distribuendolo in dono a 69 altri Paesi.
Secondo l’epidemiologo Zhong Nanshan, la Cina prevede entro giugno di vaccinare almeno il 40% della sua popolazione.
fonte: AsiaNews
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