Pechino (AsiaNews) – Due accademici sono indagati per aver espresso apprezzamento per il “Diario da Wuhan”, in cui la scrittrice Fang Fang racconta la vita nella capitale dell’Hubei, epicentro della pandemia di coronavirus, nei giorni del “lockdown”.
Una versione in lingua inglese del diario sarà pubblicata il mese prossimo, fatto che ha scatenato gli attacchi delle frange più nazionaliste. A detta loro, non si può criticare il governo mentre gli Stati Uniti e i suoi alleati mettono in discussione la sua credibilità. Il riferimento è ai sospetti che Pechino abbia mentito sull’origine e la diffusione del Covid-19.
La prima a essere finita nel mirino della censura di Stato è stata Liang Yanping, docente di lingua e letteratura all’università dell’Hubei. Il 26 aprile, dopo che l’accademica ha sostenuto sui social media il lavoro di Fang Fang, l’ateneo dove insegna ha aperto un’indagine nei suo confronti, accusandola di aver fatto “commenti inappropriati”.
Quattro giorni dopo è stato il turno di Wang Xiaoni, docente all’università di Hainan. Wang aveva twittato a favore dei commenti di Liang. Subito è scattato un procedimento nei suoi confronti da parte delle autorità accademiche.
Sul web circolano troll che accusano Wang di scarso patriottismo. Fang Fang ha ricevuto lo stesso trattamento. Ella paragona i suoi critici alle Guardie rosse, studenti inquadrati in formazioni paramilitari che appoggiavano la Rivoluzione culturale. Commentando le critiche a Fang Fang, Guo Yuhua, docente di sociologia all’università Qinghua, afferma che nonostante le riforme economiche, in Cina l’ideologia di fondo rimane quella maoista.
Secondo Fang Fang, l’abuso di potere da parte delle autorità e le ingiustizie sociali hanno impedito una rapida ed efficace azione contro l’infezione polmonare. A suo dire, i veri eroi nella lotta alla pandemia sono i cittadini rimasti nelle case, come i medici, gli infermieri e i volontari. L’autrice ha chiesto che i responsabili dei ritardi nella risposta si dimettano e siano giudicati dalla legge.
Molti intellettuali sono spariti dopo aver attaccato il governo per la sua gestione dell’infezione polmonare. L’attivista per i diritti umani Xu Zhiyong è recluso in una prigione segreta per “incitamento alla sovversione contro il potere dello Stato”. Egli ha consigliato a Xi di dimettersi per i suoi fallimenti. Xu è stato arrestato il 15 febbraio a Guangzhou (Guangdong). Da febbraio non si hanno notizie neanche di Xu Zhangrun e He Weifang, secondo i quali la mancanza di libertà di stampa ha favorito la propagazione del coronavirus.
Be the first to comment on "Pechino, Indagati due accademici: apprezzano il ‘Diario da Wuhan’"