Nella messa a Santa Marta anche l’invito del Pontefice a non linciare le persone con il chiacchiericcio
«Perché la pandemia non torni», occorrono «prudenza e obbedienza alle disposizioni»: lo ha detto Papa Francesco introducendo la messa di martedì 28 aprile, nella cappella di Casa Santa Marta. Proseguendo le celebrazioni quotidiane del mattino trasmesse in diretta streaming da quando sono iniziatele misure restrittive anti-assembramento per contenere la diffusionedel coronavirus, il Pontefice ha elevato una specifica intenzione di preghiera al «Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia» di essere prudenti e obbedienti alle norme, al fine di evitare il rischio di una recrudescenza del contagio. Successivamente all’omelia il Papa ha affrontato il tema del martirio che può essere provocato anche da calunnie e maldicenze: ha preso spunto dall’esperienza del protomartire santo Stefano, per arrivare a casi più recenti, come quello di Asia Bibi costretta a «dieci anni in carcere perché è stata giudicata da una calunnia». Ma soprattutto, ha concluso, «pensiamo a noi, alla nostra lingua», ai «nostri commenti», al punto che anche «nelle nostre istituzioni cristiane, abbiamo visto tanti linciaggi quotidiani che sono nati dal chiacchiericcio»
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