Papa Francesco nominerà l’arcivescovo Georg Gänswein nunzio apostolico «da qualche parte nel mondo»

Dopo le tensioni degli ultimi tempi Bergoglio ha comunque deciso di mettere un punto e chiudere una polemica che ha finito col diventare imbarazzante per tutti

di Gian Guido Vecchi

Nonostante le tensioni, Francesco «ha deciso» di fare punto e a capo e nominare l’arcivescovo Georg Gänswein come nunzio apostolico «da qualche parte nel mondo», un incarico prestigioso da ambasciatore della Santa Sede dopo l’«esilio» senza incarichi a Friburgodeciso l’estate scorsa. Lo scrive il quotidiano argentino La Nación in un articolo firmato da Elisabetta Piqué, biografa e amica del Papa che conosce da quando Jorge Mario Bergoglio era cardinale a Buenos Aires. Un gesto di «misericordia», per chiudere una polemica che ha finito col diventare imbarazzante per tutti.

Ancora in un libro intervista uscito nei giorni scorsi in Spagna, «Il Successore», Francesco era tornato a deplorare la pubblicazione del libro di Gänswein all’indomani dei funerali di Benedetto XVI, nel gennaio 2023, «l’ho vissuto come una mancanza di nobiltà e di umanità». Nel libro, intitolato «Nient’altro che la verità» il segretario storico Ratzinger ripercorreva gli anni vissuti accanto al Papa emerito durante il pontificato di Bergoglio. Tra l’altro aveva dato spunto per nuove polemiche intorno a un conflitto tra i due papi che nella realtà non c’era mai stato. Gänswein aveva respinto queste interpretazioni, «non ho mai voluto dividere», si diceva avesse cercato di rinviare la stampa. Ma Francesco non aveva apprezzato e ne aveva già parlato ai giornalisti di ritorno dal Sud Sudan, il 5 febbraio dell’anno scorso, con parole durissime: «La gente che, in un modo o in un altro, strumentalizza una persona così brava, così di Dio, quasi direi un santo padre della Chiesa, quella gente non ha etica, è gente di partito, non di Chiesa».

L’esilio di Georg Gänswein

Di lì a qualche mese Gänswein era stato rimandato in Germania, nella sua vecchia diocesi. «Sono senza incarichi e senza lavoro, e questo è brutto», spiegava al Corriere lo scorso dicembre, quando era tornato a Roma per celebrare nelle Grotte Vaticane una messa di suffragio a un anno dalla morte di Benedetto XVI. Proprio in quell’occasione, secondo La Nación, l’arcivescovo ha ottenuto un’udienza con Francesco e «avrebbe comunicato al Pontefice la sua disponibilità a collaborare e il suo disagio per l’assenza di un incarico». E così il Papa si sarebbe ormai deciso a dargli un nuovo incarico e nominarlo «presto» nunzio apostolico, un’ipotesi che si era fatta l’anno scorso ma ormai sembrava tramontata: una scelta «inaspettata», scrive Elisabetta Piqué, ma «del tutto in linea con la misericordia, l’apertura di cuore e la mancanza di rigidità predicate dal primo papa gesuita fin dall’inizio del suo pontificato».

 

FONTE: CORRIERE DELLA SERA

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