Nel dibattito sulla Cnn, il repubblicano ha spesso svicolato le domande ma si è mostrato più vigoroso del presidente ottantunenne, che conferma i timori sulle sue condizioni fisiche. Per Kamala Harris “ha avuto un inizio lento e ha finito forte”. E c’è chi si chiede se non sia troppo tardi per un passo indietro
Francesco Russo, Andrea Nobili Tartaglia
AGI – Le ore successive al dibattito televisivo tra Joe Biden e Donald Trump sono dominate più dall’apprensione per la salute del presidente in carica che dalla discussione sui contenuti di un confronto accesissimo ma ordinato, grazie alle rigide regole imposte dalla Cnn: niente pubblico, niente ‘gobbo’, il microfono spento quando parla l’altro, per evitare il ripetersi del duello tv del 2020, degenerato in una rissa verbale con continue interruzioni reciproche.
L’ottantunenne Biden ha replicato in modo più puntuale alle domande di Jake Tapper e Dana Bash, dimostrando di aver svolto un lavoro di preparazione abbastanza ordinato, ma è apparso stanco e in condizioni fisiche fiacche, con un raffreddore che gli arrochiva la voce. Sia gli strateghi dem che la base sui social sono nel panico per la conferma dei timori sulla precaria salute di Biden, già aumentati dopo le ultime uscite internazionale, incluso il recente G7. Nondimeno, finita la trasmissione, Biden ha dichiarato che è “andata bene”.
È troppo tardi per un passo indietro?
Più cauta Kamala Harris, quasi a dare voce sui dubbi che iniziano a circolare negli ambienti dem sull’adeguatezza di un candidato così attempato. “È stato un inizio lento, questo è ovvio per tutti, non lo metto in dubbio”, ha riconosciuto Harris, “ma ha finito forte”. Per David Axelrod, l’uomo che fu dietro la vittoria campagna di Obama, “è stata la notte che ha confermato le paure della gente”. E ci si chiede se non sia troppo tardi per un passo indietro: il nome che circola con maggiore insistenza come papabile sostituto è quello del governatore cinquantaseienne della California, Gavin Newsom.
Trump, che ha solo tre anni in meno di lui, ha mostrato al contrario un vigore fisico notevole per la sua età e potrebbe aumentare anche solo per questo il vantaggio in quegli Stati in bilico dove è dato avanti di almeno un punto. Il candidato repubblicano, energico ma disciplinato, ha però aggirato spesso gli argomenti su cui era interpellato, continuando a rispondere alla domanda precedente o portando il discorso da un’altra parte. Inflazione (che, secondo Trump, sta “uccidendo” gli Usa), aborto, immigrazione e Ucraina tra i principali temi di un faccia a faccia teso e dai toni pesantissimi, con entrambi i contendenti che si sono accusati a vicenda di essere il peggior presidente della storia degli Stati Uniti
Trump all’attacco sull’immigrazione
I due entrano in studio senza stringersi la mano. Biden rivendica di aver risollevato la nazione dal “caos” lasciato dal predecessore, aumentando i posti di lavoro. Trump ribatte che ai tempi della sua amministrazione l’economia stava correndo prima che arrivasse il Covid, un problema che – rivendica – non gli è mai stato “riconosciuto di aver risolto”.
Con Biden invece, attacca l’ex presidente, gli Usa sarebbero diventati un “Paese del terzo mondo” devastato dall’immigrazione illegale, che fa entrare attraverso il confine con il Messico, definito “il più pericoloso della Terra”, gente che arriva “dalle galere e dai manicomi”, “stupra e uccide” e “dorme negli hotel di lusso mentre i nostri veterani dormono nelle strade”. Biden ha attuato una stretta tardiva sull’immigrazione ma l’aumento del numero di ingressi illegali in alcune fasi del suo mandato è uno dei suoi maggiori punti deboli, sul quale Trump insiste di continuo, anche quando gli chiedono tutt’altro. L’avversario democratico, di rimando, lo accusa di “esagerare” e “mentire”.
Dall’aborto all’Ucraina, i temi del confronto
Su previdenza sociale, economia, energia e ambiente, entrambi sostengono di aver fatto meglio dell’altro ma non si va a fondo nei dati, i tempi sono stretti. Poi il nodo dell’aborto. Biden promette di ripristinare la Roe vs Wade, l’imprenditore afferma che c’è più libertà se la competenza torna ai singoli Stati e assicura che non interverrà per bloccare la pillola abortiva.
Sulla politica estera, invece, Trump non ha spiegato come intende risolvere i conflitti in Ucraina e a Gaza, dove Israele, ha dichiarato, “deve finire il lavoro”. È tornato a ironizzare su un Zelensky “ottimo uomo d’affari che riesce sempre ad andarsene da qua con dei soldi” ma ha definito “inaccettabili” le condizioni di pace poste da Putin. Per il tycoon la guerra tra Mosca e Kiev è scoppiata perché Biden, con il disordinato ritiro dall’Afghanistan, “giorno più imbarazzante della nostra storia”, si è mostrato debole e ha spinto Putin a “pensare di potersi prendere l’Ucraina”. E anche l’attacco del 7 ottobre, secondo Trump, non sarebbe mai avvenuto se ci fosse stato lui alla Casa Bianca.
Biden, trascorsa un’ora, sembra guadagnare agio, la voce si schiarisce. E pianta un paio di colpi bassi. Dice che Trump è “un criminale condannato” che “ha fatto sesso con una pornostar quando sua moglie era incinta” e quindi “non può venire a farci la morale”. Trump nega di aver avuto rapporti con Stormy Daniels, anzi, sarebbe tutta una montatura dei Democratici.
Sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio, commesso da suoi sostenitori esagitati che avevano portato alle estreme conseguenze la lotta per ribaltare un voto che Trump continua a considerare illegittimo, l’immobiliarista scarica la responsabilità dei disordini su Nancy Pelosi, allora speaker democratica della Camera dei Rappresentanti, che avrebbe respinto la sua proposta di inviare diecimila membri della Guardia Nazionale. Ma Trump accetterà il prossimo verdetto delle urne, qualunque esso sia? “Se il voto sarà legittimo e libero, si'”, garantisce. Biden gli ricorda che i suoi tentativi, anche giudiziari, di effettuare riconteggi a suo favore sono tutti falliti.
Un vice nero per “The Donald”?
E a ospitare il dibattito è Atlanta, Georgia, uno Stato dove Trump avrebbe fatto pressioni dirette sull’amministrazione locale a questo scopo. Nonchè uno Stato con una numerosa comunità nera. E le scelte degli afroamericani saranno decisive, perchè Trump gode tra loro di consensi inusuali per un repubblicano. Infatti rivendica di aver aumentato i loro posti di lavoro e aggiunge che bisogna fermare l’immigrazione illegale perché non li perdano.
Non è improbabile che il candidato vicepresidente che ha rivelato di “avere già scelto” sia un nero. L’ex presidente ha espresso pubblica stima per il newyorchese Byron Donalds e durante un comizio aveva chiesto al pubblico se avrebbero voluto il deputato come suo secondo. Sono però in crescita le quotazioni del senatore Tim Scott, figura più scialba ma utile a catturare il voto evangelico.
“Dem, abbiamo un problema”
Nel campo democratico l’attenzione si concentra sulla preoccupante performance di Biden. Trump ricorda di aver pubblicato gli esiti dei suoi esami medici, si dice pronto a sostenere un test neurologico e chiede al rivale se farebbe altrettanto. Il presidente in carica afferma di essere disposto a sottoporsi a “uno di quei test” ma, se sui contenuti delle risposte si può discutere, sulla forma fisica il confronto è stato impari. Trump è stato controllato e sicuro, per quanto abbia più volte snocciolato slogan invece di entrare nel merito delle questioni.
La Cnn cita fonti interne al partito secondo le quali “abbiamo un problema.” Il New York Times ha monitorato i social e le reazioni: “Sui social media, nelle chat e nelle e-mail, i sostenitori del presidente sono impazziti per la sua voce tremante del presidente, le sue risposte sconnesse e la sua apparente confusione durante alcune delle sue risposte”. “Le preoccupazioni sull’età di Biden, che covavano da mesi, sono esplose all’attenzione del pubblico ancora prima che il dibattito finisse” scrive la più importante testata progressista degli Stati Uniti.
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