Secondo il capo di Hezbollah, è Tel Aviv che ha scelto l’escalation con l’uccisione del comandante militare della milizia sciita libanese, Fuad Sukr, e di Ismail Haniyeh
AGI – Israele ha ragione di temere un attacco da parte dell’Iran e dell'”asse della resistenza”. È il monito lanciato dal leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, che, durante l’elogio funebre pronunciato una settimana dopo l’uccisione del comandante militare di Hezbollah, Fuad Shukr, ha promesso a Tel Aviv una risposta “forte ed efficace”. Secondo Nasrallah, Israele non è più la potenza invincibile che sconfisse i più grandi eserciti arabi nelle guerre passate, poiché oggi deve fare affidamento sul sostegno degli Stati Uniti, del Regno Unito, della Francia e di alcuni paesi arabi per difendersi da un possibile attacco iraniano.
L’Iran è “obbligato a rispondere” dopo l’assassinio di Ismail Haniyeh a Teheran, così come è stato costretto a farlo “dopo l’attacco al consolato iraniano a Damasco”, ha detto il capo di Hezbollah,”la nostra risposta arriverà, a Dio piacendo, da sola o come parte di una risposta collettiva da parte dell’intero fronte”.
Il movimento islamista Hamas ha intanto eletto il capo del gruppo all’interno della Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, come capo dell’ufficio politico, in sostituzione di Haniyeh, ucciso una settimana fa nella capitale iraniana in un attentato attribuito a Israele. Sinwar rappresenta la linea più dura e bellicosa del gruppo, considerato la mente degli attacchi del 7 ottobre e da allora l’uomo più ricercato da Israele.
Hezbollah risponderà, l’Iran risponderà e lo Yemen risponderà: “L’essenziale – ha detto Nasrallah – è che ci siano determinazione, decisione e capacità”. Il capo delle milizie sciite del Libano ha fatto appello alla “resistenza a Gaza e in Cisgiordania” e ai “fronti del sostegno in Libano, Iraq, Yemen, a continuare a sostenere Gaza nonostante i sacrifici”. Ma, soprattutto, il numero uno di Hezbollah ha fatto appello ai “Paesi arabi, a svegliarsi di fronte al pericolo che minaccia la regione. Non si può affrontare il pericolo israeliano facendo gli struzzi e fuggendo la tempesta, perché il nemico si batte senza linee rosse. Ci vuole confronto e scontro, non esitazione né sottomissione”.
“L’attesa è parte della punizione”
“L’attesa di Israele di una settimana è parte della punizione, parte della risposta, parte della battaglia”, ha proseguito Nasrallah, “è Israele che ha scelto l’escalation e che ha attaccato l’Iran”.
L'”obbligo” di una risposta a Israele da parte di Iran e Libano è confermato “quali che siano le conseguenze”, ha detto ancora Nasrallah. Gli attacchi che hanno provocato la morte in Libano del comandante militare di Hezbollah, Fuad Sukr, e in Iran quella del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh hanno provocato un prevedibile aumento della tensione in Medio Oriente. Hezbollah – ha detto Nasrallah – reagirà “da solo o nel contesto di una risposta unitaria da parte di tutti gli assi” dei gruppi sostenuti dall’Iran nella regione, “quali che siano le conseguenze”.
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