Militare ad Augusta morto dopo Astrazeneca: aveva appena avuto il covid. Ecco le cause della morte

Tratto da SiracusaNews.it

Sono state dissequestrate intanto le 35.000 dosi di AstraZeneca che erano state requisite

di Luca Signorelli

Il 43enne Stefano Paternó aveva già avuto il covid, silente e asintomatico. Il sottufficiale della Marina militare in servizio alla base di Augusta, deceduto il 9 marzo a Misterbianco 15 ore dopo la prima dose del vaccino Astrazeneca, aveva quindi sviluppato una relazione anticorpale e valori tre volte superiori al normale con un potenziamento dipendente dagli anticorpi (ADE).

“La causa e i mezzi del decesso di Stefano Paternò devono essere ricondotti all’arresto irreversibile delle funzioni vitali, consecutivo ad Ards (sindrome da distress respiratorio acuto) – la conclusione alla quale sono giunti i consulenti della Procura di Siracusa che sta indagando sulla morte di Paternò – e sussiste correlazione eziologica tra il decesso e la somministrazione del vaccino anticovid19 AstraZeneca”. Nessuna trombosi, quindi, ma un fenomeno infiammatorio atipico e violento opposto, una patologia fatale per cui i polmoni non sono stati in grado di funzionare correttamente che avrebbe provocato un accumulo di fluido e il successivo collasso delle sacche d’aria, rendendo i polmoni incapaci di effettuare lo scambio tra ossigeno e anidride carbonica.

“L’esito negativo delle analisi chimico tossicologiche consente di escludere che il decesso del Paternò sia da attribuire a cause o concause di natura tossica”, scrivono ancora i consulenti medici Giuseppe Ragazzi, Marco Marietta, Carmelo Iacobello e Nunziata Barbera nelle 66 pagine di consulenza, nelle quali i periti nominati dal Pm Gaetano Bono e dal procuratore capo Sabrina Gambino avrebbero quindi accertato la correlazione tra decesso e somministrazione del vaccino. Ma non la responsabilità del vaccino.

“Non passi – tiene a precisare il procuratore Gambino – alcun fenomeno allarmistico in merito ad Astrazeneca. Si è trattato di un fenomeno legato alle condizioni di salute di base da parte del militare”. Se, quindi, Paternò si fosse sottoposto al test sierologico quantitativo prima di vaccinarsi (ma non poteva saperlo, non essendo neanche previsto tra l’anamnesi) o avesse atteso alcuni mesi dopo il contagio, forse si sarebbe potuto salvare. I periti inoltre non avrebbero ravvisato condotte colpevoli del personale sanitario o parasanitario.

Per questi motivi pare sia ormai prossima la richiesta di archiviazione per alcuni degli iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo: Lorenzo Wittum, in qualità di legale rappresentante di AstraZeneca Italia, un medico e un infermiere dell’ospedale militare dove era stata somministrata la dose e un medico del 118.

Il lotto ABV2856 nel frattempo è stato dissequestrato dopo l’esito delle analisi secondo cui rispecchia i parametri qualitativi e sono conformi al dossier di registrazione approvati dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali. Le dosi dissequestrate e restituite ai responsabili di ciascuna struttura sanitaria saranno destinate nuovamente agli hub, per il normale ciclo vaccinale in favore della popolazione. Astrazeneca che, peraltro, è lo stesso vaccino utilizzato proprio dai magistrati titolari dell’indagine.

Sono state dissequestrate intanto le 35.000 dosi di AstraZeneca che erano state requisite su disposizione della Procura di Siracusa nell’ambito delle attività di indagine scaturite a seguito del decesso del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò. Un sequestro eseguito principalmente a fini probatori per potere compiere gli accertamenti tecnici sulle fiale dei vaccini.

Nello specifico si tratta del lotto ABV2856, bloccato lo scorso 11 marzo a seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi. Da qui la decisione, in via precauzionale, di emettere un divieto di utilizzo per questo lotto su tutto il territorio nazionale. Lo stesso giorno erano intervenuti i Carabinieri del Nas, in esecuzione di un decreto di sequestro emesso dal Pm Gaetano Bono titolare dell’indagine coordinata dal procuratore capo Sabrina Gambino. Un’inchiesta che possibilmente potrebbe aiutare a far luce anche su altri casi di decessi, ritenuti sospetti, nel resto dello stivale. Proprio per questo il Pm Bono a metà aprile è volato in Olanda al Rivm – Istituto Nazionale per la Salute Pubblica e l’Ambiente per eseguire sul lotto in questione e su altri 5 lotti – sempre del siero anglo svedese – accertamenti tecnici irripetibili per stabilire le caratteristiche dei contenuti nei flaconi del vaccino.

Le analisi hanno stabilito che i lotti, oltre ad essere corrispondenti per natura, caratteristiche e composizione con gli altri lotti di vaccino anticovid-19 analizzati, rispecchiano i parametri qualitativi e sono conformi al dossier di registrazione approvati dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali.

Le dosi dissequestrate e restituite ai responsabili di ciascuna struttura sanitaria saranno destinate nuovamente agli hub, per il normale ciclo vaccinale in favore della popolazione.

 

fonte: AugustaNews

 

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