Il caso delle coppie omogenitoriali femminili: alla madre intenzionale resta solo la strada del procedimento di adozione in casi particolari. La Corte: «Ma intervenga il legislatore»
La Corte d’Appello (presidente Fabio Laurenzi, a latere Alessandra Arceri e Maria Vicidomini) riconosce però che «la materia richiede l’intervento del legislatore, unico soggetto capace di un articolato disegno normativo idoneo a declinare in modo corretto i diritti dei soggetti coinvolti e a realizzare il bilanciamento di diritti di rango costituzionale che non devono venire a trovarsi in conflitto tra loro, ivi inclusi quelli del nascituro, soggetto capace di diritti nel suo essere e nel suo divenire».
Nei mesi scorsi era stata la pm degli affari civili Rossana Guareschi, con il procuratore Marcello Viola, a chiedere (affiancati dal ministero dell’Interno che via Prefetture aveva scritto ai sindaci) l’annullamento di tre atti di nascita dei figli di due donne nati con procreazione assistita effettuata all’estero, atti che il Comune di Milano aveva trascritto dopo la sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione che il 30 dicembre 2022, a ruota della Corte Costituzionale del 2021, aveva molto ristretto gli spazi di manovra.
In Tribunale le giudici Alessandra Manfredini, Laura Maria Cosmai e Elisabetta Stefania Stuccillo avevano dichiarato «inammissibile» questa richiesta di «rettificazione degli atti dello Stato Civile» proposta dai pm, argomentando che, una volta che l’ufficiale dello Stato Civile abbia accettato l’atto di riconoscimento — «anche se per compiacenza, per errore o in violazione di legge» — , lo status di figlio possa essere rimosso solo attraverso un procedimento contenzioso di cognizione (causa civile che ha altre sedi e garanzie, compresa la nomina di un curatore speciale per la tutela dell’interesse del minore): nel frattempo gli atti di nascita dei bimbi sarebbero rimasti trascritti validamente.
Tuttavia i giudici stessi di primo grado, nella sezione presieduta da Giovanni Battista Rollero, pur nell’aderire a una sentenza della Corte d’appello di Firenze del 14 febbraio 2023, avevano però dato atto di stare scostandosi da verdetti contrari a questa soluzione, già adottati dalla Corte d’Appello proprio di Milano il 4 luglio 2022 e dalla Cassazione il 7 marzo 2022. E difatti la Corte d’Appello di Milano ha ora ribadito la propria linea, richiamandosi alla consolidata e concorde giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Suprema Corte che esclude, allo stato della legislazione attuale, la possibilità che una persona sia riconosciuta contemporaneamente come figlio di due genitori dello stesso sesso, ancorché costoro siano uniti civilmente ed abbiano concordemente deciso che l’una ricorresse a tecniche di procreazione medicalmente assistita.
fonte: Corriere della Sera
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