Si apre la partita per la scelta del commissario europeo che toccherà all’Italia. La premier spinge per una vicepresidenza e un portafoglio di peso
di Giovanni Lamberti
AGI – Dopo le fibrillazioni nel governo, con le critiche della Lega per la strategia confermata dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni al vertice Nato di Washington sul sostegno militare all’Ucraina, i fari nell’esecutivo e nel centrodestra sono puntati su Bruxelles. Martedì la candidata alla Commissione europea Ursula von der Leyen incontrerà la delegazione di Ecr e illustrerà quale percorso e quale programma intende portare avanti per la riconferma del suo ruolo.
Dopo il confronto ci dovrebbe essere il colloquio con Meloni, con la premier che spinge per un vicepresidenza e un portafoglio di peso per l’Italia. Richiesta più volte avanzata anche dal vicepremier e segretario di FI Antonio Tajani. Sul tavolo concorrenza, mercato interno, Bilancio e Affari economici e il nome forte resta sempre quello del responsabile degli Affari Ue, per le politiche di coesione e per il Pnrr Raffaele Fitto nella convinzione che conosce bene la ‘macchina’ europea e che potrebbe, anche grazie alle sue relazioni, aiutare il governo su ogni dossier.
Ecr potrebbe assicurare un pacchetto di voti per mettere in salvaguardia il bis di von der Leyen, ma si deciderà tutto in settimana quando ci sarà a scrutinio segreto il voto sulla guida della Commissione. Un passaggio delicato con la von der Leyen chiamata a camminare sulle uova per ottenere un numero di consensi tale da metterla a riparo da eventuali franchi tiratori. L’esecutivo è convinto che l’Italia possa spuntarla per un portafoglio importante. Soprattutto se non si fanno mancare i voti a von der Leyen, la tesi di chi nel centrodestra spinge per questa direzione.
È l’auspicio in primis di Tajani e di Forza Italia che fa parte della famiglia europea del Ppe ma non di Matteo Salvini e della Lega che giovedì voterà contro von der Leyen. “Non ho votato e non voterò mai una persona con von der Leyen, che ha guidato una delle Commissioni peggiori”, il ‘refrain’ del vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture.
Dopo le polemiche quindi sul ruolo dell’Italia a difesa di Kiev (“Chi dice non mandiamo altre armi sta dicendo anche che non vuole aiutare gli ucraini a difendersi dai missili che cadono su ospedali, scuole, case mietendo vittime inermi, anche bambini, ogni giorno”, ha detto il ministro Guido Crosetto al Corriere) il centrodestra è destinato a dividersi ancora una volta sulla politica estera (“Ma il governo andrà avanti cinque anni”, ha assicurato Salvini). Per quanto riguarda il nome del commissario italiano se dovesse essere poi Fitto la figura indicata dalla premier Meloni (von der Leyen dovrebbe, qualora superasse la prova di giovedì, inviare successivamente una comunicazione ai governi con i nomi dei commissari), il governo dovrebbe mettere a punto un piano per la gestione della partita sul Pnrr e dei fondi di coesione.
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