Per il Capo dello Stato, intervenuto alla conferenza organizzata dal Sioi, “l’Unione europea dovrebbe finalmente dar vita a una difesa comune nell’alveo dell’Alleanza atlantica”
AGI – La Nato deve rafforzare anche il suo fronte sud, quello che ha per confini il Mediterraneo e il Medio Oriente, mentre l’Unione europea dovrebbe finalmente dar vita a una difesa comune nell’alveo dell’Alleanza atlantica. Sergio Mattarella interviene alla Conferenza organizzata dal Sioi su “I 75 anni della Nato” all’indomani dell’attacco iraniano a Israele, sventato dalla difesa di una coalizione composita, e sollecita nuovamente un rafforzamento della difesa alleata sul fronte sud-orientale sempre più crocevia di instabilità.
L’Italia, assicura il Capo dello Stato, è in prima linea, in base al principio di solidarietà, nelle missioni che “presidiano il fianco nord-orientale, nell’ambito di una rinnovata vitalità e forza di attrazione della Nato, testimoniata anche dalla recente adesione della Finlandia e della Svezia”. Ma “non ci può essere separazione tra sicurezza del fianco nord e sicurezza del fianco sud dell’Alleanza”. Anzi, “va colmato il deficit del progressivo venir meno dell’attenzione all’area mediterranea e medio-orientale: gli eventi in corso sono eloquenti.
Accanto all’Ucraina, la perdurante guerra di Gaza, i suoi riflessi nel Mar Rosso e in tutto il Medio Oriente – con i rischi di allargamento -, l’azione missilistica dell’Iran, la crisi nel Sahel, disegnano un ampio arco di instabilità che nel Mediterraneo trova il suo drammatico punto di convergenza, e chiamano l’Italia ad assolvere a un ruolo di stabilizzazione e difesa dei principi della convivenza internazionale”.
Del resto il comando tattico italiano della missione Aspides nel Mar Rosso “si inserisce in questo quadro”. Anche perchè le crisi di questi mesi hanno “in comune un obiettivo: comprimere quel sistema multilaterale basato sul diritto internazionale, di cui la Nato è uno degli assi portanti”.
Il capo dello Stato, dopo due anni di dibattito tra opinionisti, intellettuali e politici, precisa poi anche che l’Alleanza ha funzioni difensive al’interno delle regole internazionali e “a questa vocazione l’alleanza non è mai venuta meno, a dispetto della retorica bellicista russa tesa ad attribuirle inesistenti logiche aggressive ed espansionistiche”.
Ma esiste anche un tema di rapporto tra Ue e alleati angolofoni, a maggior ragione nell’anno di campagna elettorale statunitense e alla vigilia di vertici fondamentali sia per l’Unione che per l’Alleanza. Mattarella sprona dunque l’Unione europea a “elevare il livello del suo impegno, e a farlo con urgenza”.
“E’ una riflessione che oggi si incentra sulla creazione finalmente di una difesa comune, dopo i tentativi senza risultati alla fine del secolo scorso”, perchè spesso la Ue è stata “mera spettatrice di avvenimenti di cui subiva gli effetti negativi”.
Dunque “dotare l’Unione Europea di una autonomia strategica superiore consentirà alla Nato di essere più forte, proprio in ragione della complementarietà fra le due Organizzazioni, con il rafforzamento di uno dei suoi pilastri, oggi più fragile. Più fragile perchè il ridotto stato di coordinamento e integrazione produce limitate capacità pur a fronte di grandi impegni finanziari. Rimuovere questa condizione andrebbe a beneficio di tutti in un mondo irreversibilmente contrassegnato dal ruolo di grandi soggetti internazionali” assicura il Presidente. Che rammenta come Luigi Einaudi ripetesse che “lo spettro delle decisioni per i Paesi del continente si riduceva a ‘l’esistere uniti o lo scomparire'”.
Per l’Italia l’adesione alla Nato non è poi un semplice accessorio, nel primo dopoguerra il nostro Paese vi ha aderito convintamente come dimostrano le “ampie consonanze” tra il suo Trattato istitutivo dell’Alleanza e la Costituzione. E il capo dello Stato fa anche notare che “la partecipazione alla Nato era anzitutto una adesione da parte della Repubblica ai valori di libertà della Carta Atlantica e, insieme, una scelta essenziale di reingresso nella vita internazionale”. “Fu il momento in cui prese corpo l’espressione ‘mondo libero’, a cui l’Italia sceglieva di appartenere. Non avvenne senza dibattito. Avversari di De Gasperi furono soprattutto il comunismo e il nazionalismo” ricorda il Presidente, per il quale insomma la scelta atlantica ha “contribuito alla identità politica della Repubblica quale è ancora oggi”.
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