di Michelangelo Borrillo
Il protocollo per i ricevimenti dopo i matrimoni e tutte le altre funzioni civili e religiose (comprese prime comunioni e cresime) è finalmente stato validato oggi, venerdì 21 maggio, dal Comitato tecnico scientifico. È arrivata la conferma che non è previsto nessun «tetto» agli invitati (in realtà c’è un limite altissimo di mille persone), ma il numero di chi potrà partecipare alla festa sarà determinato solo dagli spazi a disposizione. Confermata anche la necessità del Covid pass e la data di partenza: il prossimo 15 giugno.
Nessun tetto agli invitati
Gli operatori, nei giorni scorsi, erano stati chiari nelle loro richieste: «Bene che sia stata fissata la data di riapertura — aveva spiegato Michele Boccardi, presidente di Assoeventi di Confindustria — adesso chiediamo che venga individuato come valido il protocollo già recepito dalla Conferenza delle Regioni e di non inserire nessuna limitazione numerica al chiuso se non quella basata sulla distanza interpersonale che è già stata ampliata da un metro a due metri». E così è stato, anche in virtù del fatto che rispetto al protocollo iniziale recepito dalla Conferenza delle Regioni è stato introdotto il Covid pass o certificato verde.
Non necessario il Covid manager
Rispetto al protocollo recepito dalla Conferenza delle Regioni è stato tolto l’obbligo del Covid manager ogni 50 invitati, che comunque sarebbe stato individuato tra i dipendenti della sala ricevimenti. Come per il tetto agli invitati, l’obbligo del Covid pass ha reso superflua la raccolta della documentazione nella fase di pianificazione/preparazione dell’evento e dell’ingresso degli ospiti. Successivamente alla cerimonia occorrerà comunque mantenere l’elenco dei partecipanti per un periodo di 14 giorni. Così come resta l’obbligo, per gli ospiti, di misurazione della temperatura corporea, con accesso vietato nel caso in cui dovesse risultare superiore a 37,5 °C.
L’obbligo del Certificato verde
Ma cos’è il Covid pass? È la documentazione necessaria per partecipare all’evento, vale a dire il certificato che attesta di essere stati vaccinati almeno con la prima dose ma oltre i 15 giorni precedenti o con la doppia dose, oppure di essere guariti, oppure di aver effettuato un tampone nelle 48 ore precedenti. Dovranno averlo tutti gli invitati, sposi compresi.
La mascherina anche per gli sposi
E anche per gli sposi vige l’obbligo di indossare la mascherina (chirurgica o superiore) negli ambienti interni (quando non sono seduti al tavolo) e negli ambienti esterni (qualora non sia possibile rispettare la distanza di almeno 1 metro). Il personale di servizio a contatto con gli ospiti deve utilizzare la mascherina e deve procedere a una frequente igiene delle mani con prodotti igienizzanti. Gli ospiti potranno non indossare la mascherina chirurgica nei casi di allontanamento dal proprio tavolo (recarsi in bagno, al bar, ecc.) a condizione di rispettare il distanziamento interpersonale di 1 metro nel caso di soggetti non conviventi.
Preferibile festeggiare all’aperto
La festa è consentita anche al chiuso. Ma il protocollo raccomanda che lo svolgimento degli eventi sia, quando possibile, in aree all’aperto. Nel caso in cui debbano utilizzarsi ambienti chiusi va sempre garantito il ricambio d’aria: occorrerà, quindi, mantenere aperte — a meno che le condizioni meteorologiche o altre situazioni di necessità non lo consentano — porte, finestre e vetrate al fine di favorire il ricambio d’aria naturale negli ambienti interni.
La distanza tra i tavoli: 2-2,5 metri
Per i tavoli adiacenti, considerando l’ingombro delle sedie, la distanza minima (tra i tavoli) deve essere di almeno 2 metri (0,5+0,5+1m), considerando il passaggio degli addetti al servizio di somministrazione. Si consiglia, tuttavia, ove possibile garantire una distanza di 2,5 metri. I tavoli devono garantire il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro (i classici tavoli tondi da 8 persone delle sale ricevimento lo garantiscono), fatta eccezione per i tavoli composti da persone che non siano soggette al distanziamento interpersonale in quanto conviventi, così come definito DPCM del 17.05.2020 (il gestore ha la facoltà di chiedere eventuale autodichiarazione). La distanza tra i tavoli è fondamentale per individuare il numero massimo di invitati, che dipenderà appunto dal numero di tavoli che si potranno organizzare tenendo conto della distanza prescritta.
Sì al buffet, ma non self-service
Il buffet classico, quello a self-service, non è consentito. È possibile, però, organizzare una modalità a buffet mediante somministrazione da parte di personale incaricato, escludendo la possibilità per gli ospiti di toccare quanto esposto e prevedendo in ogni caso, per ospiti e personale, l’obbligo del mantenimento della distanza e l’obbligo dell’utilizzo della mascherina a protezione delle vie respiratorie. La modalità self-service può essere eventualmente consentita per buffet realizzati esclusivamente con prodotti confezionati in monodose. In particolare, la distribuzione degli alimenti dovrà avvenire con modalità organizzative che evitino la formazione di assembramenti anche attraverso una riorganizzazione degli spazi in relazione alla dimensione dei locali; dovranno essere altresì valutate idonee misure (es. segnaletica a terra, barriere, ecc.) per garantire il distanziamento interpersonale di almeno un metro durante la fila per l’accesso al buffet.
Pane e grissini (anche non confezionati) serviti con le pinze
È consigliata l’adozione di menu unico al tableau marriage e/o menù individuali ad uso esclusivo dell’ospite (per evitare il passaggio dello stesso), al fine di ridurre il servizio del personale di sala ai tavoli. Inoltre salse, pane, cracker, grissini potranno essere somministrati ai singoli consumatori/clienti in monoporzione non confezionata, ma servita direttamente con utilizzo di pinze (come di solito già si fa). Piatti, bicchieri, posate e simili saranno lavati in lavastoviglie a temperatura adeguata, concordemente alla normativa HACCP già in vigore. Ed è consigliabile l’uso di segnaposto e/o altro sistema equipollente, in modo da rendere stabili le postazioni ai tavoli.
Fotografi con la mascherina se più vicini di un metro
I fotografi dovranno indossare la mascherina chirurgica qualora dovessero trovarsi a una distanza interpersonale inferiore a 1 metro dagli invitati (e dagli sposi) e organizzare il servizio fotografico in modo responsabile e prediligendo i criteri di prevenzione anzidetti, quali regole comuni per chiunque.
Distanza di tre metri per i gruppi musicali
I gruppi musicali dovranno distanziarsi dal pubblico di almeno 3 metri, qualora non provvisti di barriere antidroplets in prossimità del microfono. Dovranno indossare la mascherina chirurgica esclusivamente nel caso in cui debbano spostarsi nelle aree comuni interne (recarsi in bagno, al bar, ecc.). Particolare attenzione e/o idoneo presidio monouso dovrà essere impiegato nell’utilizzo del microfono, qualora non di uso strettamente personale. Sono consentiti spettacoli e/o esibizioni artistiche di qualsiasi natura purché possa sempre essere rispettata la distanza interpersonale di un metro.
Via libera ai balli
All’esterno si potrà ballare. Dentro il locale, invece, gli eventi con ballo in spazi interni andranno organizzati con tempistiche predefinite, garantendo una superficie pro capite pari a 2 metri quadri, potenziando il ricambio d’aria dei locali. Le pause danzanti, comunque, non potranno superare i 15 minuti.
La distribuzione delle bomboniere
Le feste dei matrimoni terminano, in genere, con la distribuzione delle bomboniere. Non sarà possibile, come avveniva in passato, prendere la bomboniera da un tavolo comune all’uscita del locale. Dovranno essere gli sposi a consegnarla agli invitati dopo aver utilizzato igienizzanti per le mani.
fonte: Corriere.it
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