Secondo lo studio, che considera come punto di partenza il 2019, hanno pesato Covid e guerra in Ucraina
Autore: Vincenzo Giardina
ROMA – Ci sono 122 milioni di persone in più che nel mondo non hanno da mangiare a sufficienza e soffrono la fame: il dato, un confronto tra il 2019 e il 2022, è contenuto nel rapporto State of Food Security and Nutrition in the World (Sofi) che è presentato oggi da cinque agenzie dell’Onu.
Secondo lo studio, frutto del lavoro di Fao, Ifad, Unicef, Wfp e Oms, se le dinamiche internazionali resteranno invariate non sarà possibile raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile fissati nell’Agenda 2030.
DALLA PANDEMIA ALLA GUERRA
Nello studio tra i fattori all’origine delle maggiori difficoltà sono citate la pandemia di Covid-19 e il conflitto armato in corso in Ucraina. Secondo il rapporto, nel 2022 il numero delle persone in condizioni di insicurezza alimentare e che soffrono la fame era compreso tra 691 e 783 milioni, con una stima intermedia di 735 milioni. Gli esperti delle Nazioni Unite evidenziano che l’evoluzione non è stata uguale in tutte le regioni del mondo. Progressi sulla via di una maggiore sicurezza alimentare sono stati osservati sia in Asia che in America Latina. Peggioramenti hanno invece riguardato l’area dei Caraibi e diverse regioni dell’Africa. Questo continente è in assoluto il più a rischio, con una persona su cinque che soffre la fame, il doppio rispetto alla media mondiale.
HOLLEMAN (FAO): MEGATREND URBANIZZAZIONE E’ NUOVA SFIDA
Il “megatrend” dell’urbanizzazione, con il 70 per cento degli abitanti del pianeta residenti in città entro il 2050, è destinato a cambiare in profondità la domanda e l’offerta di cibo: lo sottolinea Cindy Holleman, economista “senior” della Fao, durante la presentazione di un rapporto Onu sulla sicurezza alimentare.
Il suo è un appello a “raddoppiare gli sforzi” nella lotta contro fame e malnutrizione.
“Entro il 2050 sette persone su dieci vivranno in zone urbane e già ora siamo al 56 per cento” calcola Holleman. “Questo megatrend sta cambiando i sistemi agroalimentari con implicazioni importanti per l’accesso a diete sane e per la sicurezza alimentare“.
“INDIRIZZARE I CAMBIAMENTI”
Secondo l’economista, gli investimenti della comunità internazionale “devono indirizzare i cambiamenti” determinati dalla nuova tendenza. L’aumento della popolazione delle città, infatti, non basterebbe per sconfiggere la malnutrizione. “L’analisi a livello globale mostra che la sicurezza alimentare cresce insieme con il grado di urbanizzazione” sottolinea Holleman. “Preoccupa però che l’insicurezza resti alta anche in zone periurbane e urbane, con un tasso di circa il 26 per cento“. L’economista aggiunge: “L’urbanizzazione sta guidando il cambiamento della domanda alimentare e gli stessi schemi dell’offerta, soprattutto nelle regioni dell’Africa subsahariana e dell’Asia meridionale”.
Fonte: Agenzia DiRE
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