L’Italia ha presentato tre giorni fa una comunicazione alle autorità cinesi, annunciando la revoca dell’accordo da parte del governo presieduto da Giorgia Meloni. Tale decisione è stata accompagnata dalla conferma dell’impegno nel mantenere un legame di amicizia strategica con la Cina.
di Redazione
L’Italia ha recentemente inviato una comunicazione ufficiale alle autorità cinesi per revocare la propria adesione alla Belt and Road Initiative (BRI), l’accordo su cui si era impegnato il precedente governo guidato da Giuseppe Conte. Nonostante il ritiro formale dal progetto, l’Italia ha sottolineato il desiderio di mantenere una solida amicizia strategica con la Cina.
Dopo intense trattative e alcune incomprensioni diplomatiche, Roma ha preparato una nota verbale, arricchita da rassicurazioni sulla volontà di rafforzare i legami bilaterali, e l’ha consegnata alle autorità cinesi a Pechino. Questa mossa, effettuata senza un annuncio pubblico e in accordo con le autorità cinesi, segna la fine della partecipazione italiana alla Belt and Road Initiative, un progetto ambizioso ideato da Xi Jinping che aveva suscitato l’interesse di Giuseppe Conte e provocato preoccupazioni negli Stati Uniti.
La formale rinuncia al progetto è stata realizzata attraverso la revoca dell’accordo da parte del governo italiano. Inizialmente, l’Italia aveva cercato di modificare i termini dell’accordo (optando per una revoca dovuta alla mancanza di un rinnovo esplicito), ma questa proposta è stata respinta dai cinesi dopo alcune settimane di negoziati diplomatici.
In un contesto in cui l’Italia è l’unico membro del G7 coinvolto nella Belt and Road Initiative con risultati economici limitati e impatti politici indesiderati, la lettera di rinuncia, consegnata tre giorni fa, contiene l’impegno del governo guidato da Giorgia Meloni a rilanciare il partenariato strategico con la Cina, un’intesa esistente da oltre dieci anni, ma mai completamente attuata.
Resta da vedere se ci saranno eventuali ritorsioni di natura commerciale da parte della Cina, in particolare nel settore del lusso italiano. Tuttavia, questi effetti e le relative valutazioni saranno misurabili solo nei prossimi mesi. Nel frattempo, si conclude un capitolo che, nell’ultimo anno, ha complicato le relazioni italo-cinesi.
L’aspetto “segreto” dell’addio, caratterizzato dalla mancanza di comunicati ufficiali da entrambe le parti, sembra beneficiare sia Pechino, che si trova a gestire un progetto in crisi finanziaria, sia Roma, desiderosa di mantenere relazioni positive con la seconda economia mondiale. La scarsa visibilità dell’uscita potrebbe aiutare a evitare complicazioni aggiuntive sul fronte internazionale.
Il Memorandum sulla Belt and Road Initiative, firmato da Giuseppe Conte e Xi Jinping nel marzo del 2019, rappresenta un punto di svolta geopolitico che, nonostante promesse di accordi fino a 20 miliardi di euro, ha prodotto scarsi risultati nel corso di quattro anni. La decisione di abbandonare il progetto, una promessa fatta da Giorgia Meloni prima di assumere l’incarico a Palazzo Chigi, si configura ora come una mossa concreta.
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