La regina Elisabetta e le lacrime silenziose al funerale di Filippo

Per oltre 70 anni, Elisabetta aveva avuto in Filippo il suo confidente: che ora per la prima volta l’ha preceduta. E nel pomeriggio dei funerali è apparsa affondata, quasi raggomitolata nel suo dolore

di Luigi Ippolito

A capo chino. Il volto coperto dall’ampio cappello nero. Sola.

La figura della regina Elisabetta era quella che si stagliava nella cappella di San Giorgio, a Windsor. Nessuno accanto a darle conforto, affondata nel suo dolore.

Il funerale del principe Filippo è stata la sua prova più grande: che ha affrontato come sempre, con stoica compostezza. Qualcuno ha visto una lacrima asciugata fugacemente dal viso, i lineamenti nascosti dalla mascherina. Dio solo conoscerà i suoi pensieri in quei momenti: quando hanno letto la lunga lista dei titoli del duca di Edimburgo e uno su tutti spiccava, «marito».

Il compagno di una vita, il confidente, il consigliere. Ma ieri Filippo ha avuto la precedenza: per la prima e ultima volta. Per tutta la sua vita era stato un passo indietro alla regina: ieri ha potuto sfilare davanti a tutti. Per il suo viaggio finale.

È stata una cerimonia solenne ma sobria, come lui avrebbe voluto (qui le foto). Certo, le restrizioni dovute al Covid hanno imposto un protocollo ridotto all’osso: ma era stato lo stesso Filippo a indicare tutti i dettagli del suo commiato dal mondo, che non voleva gravato da «troppo trambusto».

Quando nel cortile del castello le bande militari hanno smesso di suonare, il feretro è apparso alla vista, sorretto dagli uomini del picchetto: e sotto un sole freddo che illuminava un cielo terso come non mai, si sono uditi a quel punto soltanto i passi sulla ghiaia.

Elisabetta è quindi comparsa a bordo della Bentley reale, accompagnata dalle note di «God Save The Queen». L’auto ha sostato brevemente accanto al feretro, che era stato già issato sulla Land Rover che l’avrebbe sorretto nell’ultimo tragitto. Sempre Filippo, amante dei fuoristrada, aveva disegnato quell’auto modificata, tinta di verde, che lo ha portato via, in quella bara sovrastata dal suo cappello militare, dalla spada e da una corona di fiori bianchi.

A seguirlo a piedi i figli Carlo e Anna, quindi Edoardo e Andrea: quest’ultimo visibilmente impacciato, conscio di essere sotto gli occhi di tutti dopo lo scandalo che lo ha accostato al magnate pedofilo Jeffrey Epstein. Dietro, William e Harry: ma separati dal loro cugino, Peter Philips, il figlio di Anna. Nessuno di loro vestiva l’uniforme militare di rito: una scelta dettata dalla stessa Elisabetta, che ha voluto evitare l’imbarazzo per Harry, che dopo la fuga in California con Meghan ha perso i suoi titoli militari ai quali tanto teneva.

Poi la regina è arrivata alla cappella di San Giorgio, accolta dal decano di Windsor. All’interno, ammesse soltanto 30 persone, in ossequio ai regolamenti Covid. Fra di loro anche un italiano, Edoardo Mapelli Mozzi, marito di Beatrice, la figlia di Andrea, e tre nobili tedeschi, in rappresentanza del ramo germanico della famiglia di Filippo.

Elisabetta ha preso posto sullo scranno del coro, prima fra tutti, distanziata. E lì ha contemplato appieno la propria solitudine. Non un gesto, non una mossa durante il servizio funebre. Già la Corona eleva la sovrana al di sopra dei comuni mortali, ma la schiaccia sotto un peso che nessuno può condividere. Ad alleviarlo, per decenni, c’è stato Filippo, l’unico col quale potesse confidarsi. Adesso non più: e all’improvviso anche la figura di Elisabetta appariva più piccola, come raggomitolata nel lutto. E nei cuori della nazione si stringeva una tristezza infinita.

Quando il suono struggente di una cornamusa scozzese ha segnato l’avvio della conclusione della cerimonia, sembrava che intonasse l’epicedio della monarchia stessa. Perché l’addio a Filippo è stato il presagio di un’epoca che si chiude: certo, toccherà a Carlo, poi forse a William, ma ieri è stato l’inizio della fine della seconda età elisabettiana. Tramontata la quale, nulla resterà più come prima.

 

fonte: Corriere.it

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