La Puglia stretta nella morsa della siccità: Coldiretti lancia l’allarme e richiede misure urgenti

di Redazione

Bari (EN24) – 2 Agosto 2024 – La Coldiretti Puglia ha accolto con favore l’approvazione del Piano di emergenza per il superamento della crisi idrica 2024/2025 da parte della Giunta regionale, un provvedimento essenziale per affrontare la drammatica scarsità d’acqua che affligge la regione. La Coldiretti ha ribadito la necessità di dichiarare lo stato di calamità naturale, sottolineando i gravi danni alle produzioni agricole e zootecniche.

La siccità ha ridotto drasticamente la disponibilità di acqua, con molti invasi in Puglia e Basilicata al minimo storico. Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, ha evidenziato l’urgenza di andare oltre l’emergenza, affrontando problemi strutturali come le reti idriche inefficienti, la manutenzione degli impianti e la riqualificazione degli invasi. Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, ha inoltre richiesto interventi immediati sulle opere irrigue incomplete e spesso in condizioni precarie.

Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia

Le conseguenze della siccità sono già visibili: le clementine non sono cresciute a causa della mancanza d’acqua, il raccolto di grano è dimezzato e la produzione di foraggio verde è drasticamente calata, aumentando i costi per i mangimi degli animali. La produzione di miele è crollata del 60%, con le api stremate dalla carenza di fioriture, e le previsioni per la prossima campagna olivicola stimano una riduzione del 50% rispetto all’anno precedente.

La Puglia è la regione italiana con il minor tasso di piovosità, e quando piove, l’acqua non viene raccolta a causa della mancanza di invasi adeguati. Con oltre il 57% del territorio a rischio desertificazione, la regione convive con una siccità cronica che richiede interventi strutturali e l’uso delle risorse del PNRR per mitigare i danni.

Nonostante la crisi idrica, in Puglia è iniziata la raccolta del pomodoro, destinato a vari prodotti Made in Italy come pelati, polpe, passate e sughi pronti. Tuttavia, il caldo estremo e la siccità rischiano di danneggiare questo prodotto simbolo della Dieta Mediterranea e della cucina italiana, candidata a patrimonio immateriale dell’Unesco.

 

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