Antonella Palermo – Città del Vaticano
Commentando il Vangelo di Marco in cui si racconta di Gesù che libera una persona posseduta da uno “spirito maligno”, il Papa all’Angelus esorta a vigilare affinché il cuore non finisca imprigionato dal male. E aiuta a mettere a fuoco alcune forme attraverso le quali il maligno si traveste per ingannare facendoci perdere la libertà.
Dipendenze e mode
Francesco, nella sua catechesi, chiama per nome le “catene”, ne offre un breve elenco:
Penso alle dipendenze, che rendono schiavi, sempre insoddisfatti, e divorano energie, beni e affetti; penso alle mode dominanti, che spingono a perfezionismi impossibili, al consumismo e all’edonismo, che mercificano le persone e ne guastano le relazioni.
Paura, insofferenza, idolatria del potere
Proseguendo in questa disamina, emerge nelle parole di Francesco che c’è una spirale di male che può attanagliare il cuore. Il Papa ne evidenzia le modalità:
E ancora, ci sono le tentazioni e i condizionamenti che minano l’autostima, la serenità e la capacità di scegliere e di amare la vita; c’è la paura, che fa guardare al futuro con pessimismo, e l’insofferenza, che getta la colpa sempre sugli altri; e c’è l’idolatria del potere, che genera conflitti e ricorre ad armi che uccidono o si serve dell’ingiustizia economica e della manipolazione del pensiero.
Gesù non dialoga mai col diavolo
Il vero liberatore dal potere del male è Gesù che, precisa il Pontefice, “non dialoga mai col diavolo”. Essere vigili per consentire a Gesù di risanarci: questo è il compito che il Papa affida a ciascuno. Più la paura soffoca, più bisogna affidarsi al Signore. E Francesco suggerisce una preghiera da ripetere al maligno:
“Vattene, lascia in pace quel cuore, non dividere il mondo, le famiglie, le nostre comunità; lasciale vivere serene, perché vi fioriscano i frutti del mio Spirito, non i tuoi. Perché tra loro regnino l’amore, la gioia, la mitezza, e al posto di violenze e grida di odio ci siano libertà e pace, rispetto e cura per tutti”.
fonte: Vatican News
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