I cristiani perseguitati in Pakistan e la tragedia delle spose bambine

Soldati davanti a una chiesa a Peshawar, in Pakistan, per permettere il regolare svolgimento delle funzioni religiose (foto Ansa)

«La situazione delle minoranze religiose vulnerabili è nella sua fase peggiore, estremismo e terrorismo sono cresciuti. Così aiuto le ragazze rapite e convertite a forza». La testimonianza di Tabassum Yousaf, avvocato e donna cattolica pakistana

Pubblichiamo l’intervento che Tabassum Yousaf, Avvocata presso l’Alta Corte della provincia del Sindh, in Pakistan, ha tenuto durante la presentazione del Rapporto 2023 sulla libertà religiosa di Aiuto alla Chiesa che soffre, giovedì 22 giugno a Roma. Prima di lei è intervenuto anche Théophile Nare, vescovo di Kaya, in Burkina Faso.

Sono grata ad ACS Italia e in particolare al dottor Alessandro Monteduro per avermi invitata nell’ambito di questa importante conferenza internazionale, durante la quale possiamo discutere e condividere considerazioni al fine di rendere la vita di un essere umano molto più semplice e migliore, condividendo e discutendo.

La Costituzione del Pakistan e le minoranza perseguitate

La Costituzione del Pakistan del 1973 garantisce almeno formalmente i diritti fondamentali dei suoi abitanti, che includono la libertà di parola, la libertà di pensiero, la libertà di informazione, la libertà di religione e la libertà di associazione. Almeno formalmente tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge e hanno diritto a pari protezione.

Nonostante ciò, noi minoranze religiose in Pakistan non subiamo semplicemente discriminazioni su base religiosa, ma anche persecuzione ai danni di cristiani, indù, ahmadi, sikh, ebrei e alcune confessioni musulmane sciite in particolare della comunità Hazara. Queste minoranze religiose vivono nelle province di Sindh, Punjab e Khyber Pakhtoon Khaw.

Nella provincia del Sindh vigono leggi contro i matrimoni precoci e i matrimoni forzati. I principali incidenti riguardano soprattutto cristiani e indù. La pressione arriva dalla Pakistani Muslim Society e dai gruppi estremisti musulmani che fanno pressione sulle famiglie e sulle ragazze minorenni non musulmane. Senza andare in tribunale è impossibile liberare le ragazze minorenni dalle mani dei sequestratori radicali islamici. Ma rivolgersi all’autorità giudiziaria richiede molto tempo e denaro. Anche la maggior parte degli avvocati e dei giudici ha paura di occuparsi di questi casi. Io stessa ho ricevuto diverse minacce, tra cui un fallito tentativo di rapire i miei due figli. Mio marito e alcuni amici sono un supporto fondamentale in questo lavoro.

Tabassum Yousaf avvocato famiglia Huma Younas

L’avvocato Tabassum Yousaf

La magistratura ignora le ragazze delle minoranze religiose

Maryiam Johnson è una ragazza cristiana di 11 anni che ha subito abusi sessuali da un uomo musulmano di 55 anni. Sto seguendo il caso su base volontaria e gratuitamente. Ora la comunità musulmana sta esercitando pressioni sulla famiglia per recuperare il caso aperto contro il colpevole, mentre il genitore vuole giustizia. Se si trattasse di una minorenne musulmana il colpevole sarebbe ormai stato assicurato alla giustizia e imprigionato.

Quando vediamo la definizione e l’età del minore nella costituzione e nelle leggi provinciali approvate dalle assemblee provinciali, l’età dell’adulto è diversa in tutte le province del Pakistan. 14 anni è l’età in KPK, 16 anni è l’età in Punjab e solo in Sindh l’età è 18 anni.

Meerab Mohsin è una ragazza cristiana minorenne che è stata vittima di matrimonio forzato e conversione forzata da parte di un rapitore musulmano. Quest’ultimo è già sposato con due donne e le ha già vendute nel mercato della prostituzione. Ora, con l’aiuto di ACS Italia e Alessandro Monteduro, è stata salvata. Ma il comportamento della magistratura nei confronti delle ragazze minorenni delle minoranze religiose in Pakistan è patetico. Meerab è stata sotto la pressione dell’accusa perché non ha dichiarato di essersi convertita e di essersi sposata con il rapitore con il suo consenso. Ha subito minacce. È stata minacciata che i suoi genitori e fratelli sarebbero stati uccisi se non avesse dichiarato il suo consenso in tribunale.

Le minori rapite, convertite e sposate a forza in Pakistan

Nel caso in cui una minore è stata rapita, convertita con la forza e sposata con la forza con il rapitore si hanno tre problemi: il primo riguarda l’abuso sessuale della minorenne, il secondo è l’invalidità del matrimonio islamico e il terzo è la conversione della minorenne dalla religione originaria. L’invalidità del matrimonio islamico non fa parte del confronto e anche la conversione forzata non è discussa né è menzionata nelle sentenze.

Nella diocesi di Faisalabad, nel Punjab cristiano, un padre è stato ucciso dopo che la figlia rapita era stata liberata nel marzo 2023. Basharat Masih è riuscito a recuperare la figlia di 12 anni dopo che, tre mesi dopo, era stata nuovamente rapita da due musulmani che l’hanno convertita con la forza all’Islam. Questo sfortunato padre di una minorenne cristiana pakistana chiedeva semplicemente giustizia per la figlia.

Tra i problemi che le minoranze religiose devono affrontare in Pakistan vi sono: discriminazione sul posto di lavoro; abuso della legge sulla blasfemia che consiste in reclusione e condanne a morte; vi sono contenuti contro le minoranze religiose nei libri usati dall’istruzione elementare fino al livello universitario; la radicalizzazione dell’Islam ha raggiunto un livello così alto che lo studente deve studiare il Corano nelle materie di matematica, biologia, fisica e chimica.

«Grazie al governo italiano»

La situazione delle minoranze religiose vulnerabili è nella sua fase peggiore, e prova ne è che noi membri delle minoranze religiose non abbiamo nemmeno il diritto di voto per i nostri rappresentanti politici nei parlamenti nazionali e provinciali. Insieme all’odio religioso verso le minoranze religiose, la povertà economica è un altro grande problema. L’estremismo e il terrorismo in Pakistan sono cresciuti ad alta velocità a causa della povertà generale del Paese.

L’Italia con gli Stati membri dell’Unione Europea ha garantito al Pakistan lo status GSP+ in base all’Accordo di incentivazione sociale per lo sviluppo sostenibile e il buon governo, per affrontare le sfide della povertà con la promessa di proteggere le minoranze religiose e migliorare i diritti umani nel Paese.

Il Pakistan ha guadagnato in questi anni circa 9 miliardi di euro ma non è stato speso un solo centesimo per le minoranze religiose, che sono attualmente la parte meno protetta della società. Lo status GSP+ rappresenta un fattore positivo per il Pakistan e l’Italia poiché il governo può invitare il Pakistan non solo a proteggere le minoranze religiose, ma anche a investire nella loro crescita economica.

Il governo italiano ha istituito un fondo speciale per i cristiani nel mondo che è un raggio di speranza anche per noi cristiani del Pakistan. Come avvocato e donna cattolica pakistana ringrazio il governo italiano per questo fondo speciale che dovrebbe essere facilmente accessibile.
Grazie a tutti.

 

Fonte: Tempi

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