Dall’1 marzo 2020 all’1 marzo 2021, il clero diocesano ha pagato con il sangue la vicinanza al popolo, la presenza negli ambienti più esposti al virus e la fragilità di un’età avanzata. Le Regioni più colpite sono quelle del Nord (78%), mentre il Centro (11%) e il Sud (11%) registrano la medesima percentuale. Si muore in 86 diocesi su 225
di Riccardo Benotti
Sono 269 i sacerdoti morti a causa del Covid-19 in Italia nel primo anno della pandemia. Dall’1 marzo 2020 all’1 marzo 2021, il clero diocesano ha pagato con il sangue la vicinanza al popolo, la presenza negli ambienti più esposti al virus e la fragilità di un’età avanzata. Le Regioni più colpite sono state quelle del Nord (78% del totale): a guidare la classifica è la Lombardia con 88 decessi (33%), Emilia Romagna con 36 (14%), Trentino Alto Adige con 28 (10%), Piemonte con 22 (8%) e Veneto con 17 (6%). A seguire, tra le Regioni del Centro (11%) e del Sud (11%) con il numero più alto di vittime, ci sono le Marche con 15 sacerdoti morti (6%), la Campania con 12 (4%) e l’Umbria con 7 (3%). Le due isole sommano, nel complesso, 14 decessi (10 in Sicilia e 4 in Sardegna).
Il contagio ha quasi azzerato il pur modesto ricambio garantito dalle nuove ordinazioni, che sono state 299 nel 2020. E l’entità della tragedia che si è consumata è misurabile anche in termini percentuali:
se nel 2019 i preti morti erano stati 742, nel 2020 il totale è salito a 958 con un incremento del 30%.
Per non parlare dei due momenti in cui la pandemia si è abbattuta con più violenza: nel periodo marzo/aprile 2020 sono morti 248 sacerdoti, ovvero quasi il doppio (+ 92%) di quelli scomparsi nell’analogo arco temporale del 2019 (129). Ancora peggio nel momento culminante della seconda ondata: i 240 morti tra novembre e dicembre del 2020 sono più del doppio (+ 101%) di quelli dell’anno precedente (119).
Si muore in 2 diocesi su 5. Ad essere toccate dal contagio, infatti, sono 86 diocesi su 225 (38%). Bergamo è quella che ha pagato il prezzo più caro in termini di lutti con 27 preti deceduti: tra di essi c’è anche don Fausto Resmini, il prete degli ultimi che è stato ricordato dal presidente Mario Draghi in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia. Quindi è la volta di Milano e Brescia (18 morti ciascuna), Trento (17), Bolzano (11), Cremona (9), Parma (8), Como (7), Padova (7), Piacenza (6), Lodi (6), Genova (6), Reggio Emilia (6), Udine (6), Pesaro (5), Fano (4), La Spezia (4), Mondovì (4), Bologna (3), Firenze (3), Novara (3), Perugia (3), Salerno (3), Saluzzo (3), Tortona (3), Vicenza (3), Vittorio Veneto (3), Casale Monferrato (2), Caserta (2), Cesena (2), Ferrara (2), Nuoro (2), Palermo (2), Ragusa (2), Ravenna (2), Rimini (2), Senigallia (2), Terni (2), Torino (2), Treviso (2), Vercelli (2). A seguire, 45 diocesi con 1 sacerdote morto: Acerra, Acireale, Arezzo, Ariano Irpino, Ascoli Piceno, Asti, Aversa, Bari, Belluno, Cagliari, Caltagirone, Camerino, Carpi, Catania, Cerignola, Cerreto, Crema, Cuneo, Faenza, Fidenza, Fiesole, Gubbio, Imola, Ischia, Ivrea, L’Aquila, Lanusei, Lecce, Macerata, Mantova, Mazara del Vallo, Modena, Noto, Pavia, Piazza Armerina, Pordenone, Prato, Roma, Sessa Aurunca, Sorrento, Teggiano, Ugento, Urbino, Venezia, Viterbo.
fonte: agensir
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