Nel mirino dei nuovi raid aerei contro le milizie filo-iraniane basi, depositi d’armi e postazioni di lancio dei missili. La Gran Bretagna: non è una escalation. I ribelli: risponderemo. Hamas: presto annunceremo la nostra posizione sulla tregua e sugli ostaggi. Domani sera il Consiglio di sicurezza dell’Onu richiesto da Mosca
“Il nostro obiettivo rimane quello di allentare le tensioni e ripristinare la stabilità nel Mar Rosso ma ribadiamo il nostro avvertimento alla leadership Houthi: non esiteremo a continuare a difendere vite umane e il libero flusso del commercio in una delle vie d’acqua più critiche del mondo di fronte alle continue minacce”, hanno fatto sapere Usa e Gran Bretagna in una nota congiunta sottoscritta anche da Australia, Bahrein, Canada, Danimarca, Paesi Bassi e Nuova Zelanda. I ribelli Houthi hanno già’ detto che risponderanno “all’escalation con l’escalation”.
Si tratta della terza operazione congiunta di Washington e Londra da quando, l’11 gennaio, i due Paesi hanno attaccato lo Yemen per la prima volta; ma il gruppo ribelle ha continuato i suoi attacchi contro navi internazionali lungo la strategica via di collegamento commerciale.
I ribelli assicurano che le operazioni non influiscono sulle loro capacità militari e da allora hanno addirittura intensificato gli attacchi contro navi mercantili e da guerra. Non solo. Da metà ottobre, i gruppi sostenuti dall’Iran hanno lanciato più di 160 attacchi contro le truppe americane in Iraq, Siria e Giordania. L’Iran e l’Iraq hanno avvertito sabato che gli attacchi statunitensi potrebbero innescare una maggiore instabilità in tutta la regione. Di fronte a questa nuova operazione, un portavoce Houthi ha avvertito che i ribelli risponderanno ai bombardamenti di Washington e Londra finche’ le loro richieste non saranno soddisfatte.
“O si ferma l’aggressione contro Gaza o ci sarà una guerra fino al giorno del giudizio“, ha minacciato il capo dei ribelli, che hanno giurato “guerra a tutto campo” a Usa e Gb e organizzano settimanalmente imponenti manifestazioni contro i due Paesi, che accusano di essere “aggressori” e “colonizzatori”. Gli Houthi, insieme alle milizie filo-iraniane in Iraq, al gruppo sciita libanese Hezbollah e ai movimenti palestinesi Hamas e Jihad islamica, fanno parte del cosiddetto ‘Asse della Resistenza’, un’alleanza guidata dall’Iran e profondamente anti-israeliana e anti-americana. E gli Houthi da quasi un decennio resistono alle campagne aeree della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita, intervenuta nella guerra in Yemen dal 2015.
fonte: Agenzia AGI
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