Giornata della Terra, summit dei leader mondiali: “Decennio decisivo, siamo sull’orlo dell’abisso”

Biden annuncia taglio del 50-52% di emissioni di gas serra, Xi Jinping rilancia l’impegno della Cina: “Neutralità carbonica dal 2060”

ROMA – Al via oggi, in concomitanza con la Giornata internazionale della Terra, la due giorni di lavori in videoconferenza del Leaders Summit on Climate convocato dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. All’iniziativa sono stati invitati 38 tra primi ministri e capi di Stato, tra i quali il premier italiano Mario Draghi, oltre che la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e il presidente del Consiglio d’Europa, Charles Michel.

L’incontro è stato convocato a Washington anche se i leader vi prenderanno parte da remoto a causa della pandemia di Covid-19. Tra i temi che verranno discussi ci sarà la riduzione delle emissioni di gas inquinanti nell’ottica di limitare il riscaldamento medio della temperatura terrestre a non più di 1,5 gradi celsius e i benefici economici e sociali della transizione ecologica.

Prenderà parte all’incontro anche il presidente della Cina, Xi Jinping. Nonostante le tensioni su vari temi Washington e Pechino, le due maggiori economie del mondo e tra i Paesi più inquinanti in assoluto, hanno pubblicato un comunicato congiunto la settimana scorsa con il quale hanno annunciato un impegno a contrastare il cambiamento climatico “con la serietà e l’urgenza che merita”.

BIDEN (USA): “NON CI RESTA MOLTO, AGIRE ORA”

“Per combattere i cambiamenti climatici, tenendo il riscaldamento globale entro la soglia di 1,5 gradi centigradi, non ci resta molto tempo, ma dobbiamo farlo, non abbiamo scelta. E dobbiamo farlo insieme“. Questo l’appello lanciato dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, intervenendo al Leader Summit on Climate. Biden nel suo breve discorso, in cui ha ringraziato i capi di Stato e di governo che hanno risposto al suo invito, ha più volte ribadito che “per garantire un futuro migliore per le future generazioni” negli “Stati Uniti come nel resto del mondo” bisogna “agire, e farlo rapidamente, e la collaborazione è essenziale”. Una “sfida ambiziosa”, ma anche “un’opportunità per creare posti di lavoro, e per questo stiamo investendo”. Il presidente ha assicurato “infrastrutture per potenziare la produzione di energie pulite” di comune accordo con la scienza, “che non si può negare”. Non solo Washington si è fatto carico di questa sfida: il capo della Casa Bianca ha ricordato i milioni di americani, le tante aziende, dalle piccole alle grandi, che quotidianamente si impegnano per l’ambiente. “Abbiamo 500.000 stazioni per ricaricare i veicoli elettrici in tutto il paese”.
Secondo Biden “non basta lavorare per un’economia prospera ma anche giusta, pulita e sostenibile. L’America rappresenta il 15% delle emissioni, e credo che noi che rappresentiamo le maggiori economie mondiali, dobbiamo dare il massimo”. Quindi ha dato a tutti l’appuntamento a Glasgow, per il Summit Onu sul Clima dell’1 novembre: “Il benessere delle persone e la forza delle nostre economie dipenderà dalle decisioni che sapremo mettere in atto ora”.

AL SUMMIT SUL CLIMA BIDEN ANNUNCERA’ TAGLIO 50-52% EMISSIONI USA

Al summit sul clima dei leader mondiali che si terrà oggi il presidente Joe Biden annuncerà “un nuovo obiettivo per gli Stati Uniti” per ottenere “una riduzione del 50-52% delle emissioni di gas serra dei vari settori economici rispetto ai livelli del 2005″.

L’annuncio, spiega la nota della Casa bianca, è parte dell’impegno del presidente per una ricostruzione posta pandemica che possa “creare milioni di posti di lavoro ben pagati e sindacalizzati, assicurare la competitività economica, far avanzare la giustizia ambientale e migliorare la salute e la sicurezza delle comunità in tutto il Paese”. Dopo essere riportato gli Usa nell’accordo di Parigi “già dal giorno uno” della sua presidenza, l’annuncio di oggi di Biden “è il prodotto di una valutazione a livello di tutta l’amministrazione sul come trarre le maggiori opportunità che la lotta ai mutamenti climatici presenta”, precisa la nota.

Gli Stati uniti “non aspettano, il costo dei ritardi sono troppo grandi e la nostra nazione è risoluta ad agire ora”, sottolinea la nota. I mutamenti climatici “rappresentano una minaccia esistenziale, ma rispondere a questa minaccia offre anche un’opportunità per sostenere lavori ben pagati e sindacalizzati, rafforzando le comunità di lavoratori americani, proteggendo la salute pubblica e facendo avanzare la giustizia ambientale”. La creazione di posti di lavoro e la lotta ai mutamenti climatici, infatti, “vanno mano nella mano, responsabilizzando gli Usa a costruire infrastrutture più resilienti, espandere l’accesso ad aria pulita e acqua potabile, stimolare l’innovazione tecnologica americana, creando lavori sindacali ben pagati in questo percorso”.

Per sviluppare questi obiettivi, l’amministrazione Biden “ha analizzato come ogni settore dell’economia possa stimolare l’innovazione, liberare nuove opportunità, spingere la competitività e ridurre l’inquinamento“, si legge ancora nella nota della Casa bianca. Gli obiettivi fanno affidamento “sulla leadership di Sindaci, dirigenti locali delle contee, governatori, leader tribali, esponenti del mondo degli affari, istituzioni culturali, organizzazioni del settore della salute, investitori e comunità che hanno lavorato instancabilmente assieme per garantire un sostenuto avanzamento nella riduzione dell’inquinamento negli Stati uniti”. Quindi, “crescendo e beneficando di tali fondamenta”, gli obiettivi dell’America al 2030 “allungano il passo della riduzione delle emissioni negli Stati uniti, raffrontate ai livelli passati, sostenendo allo stesso tempo l’attuale obiettivo del presidente Biden di creare un settore energetico non inquinante al 2035 e un’economia a zero emissioni nette non più tardi del 2050“.

Questi impegni “si concentrano sui lavoratori americani”, prosegue la nota del 1600 di Pennsylvania Avenue, “raggiungere gli obiettivi sulle emissioni al 2030 creerà milioni di posti di lavoro sindacalizzati e ben pagati per la classe media”, si ribadisce. Si tratta di quelli che saranno impegnati “nella realizzazione di migliaia di miglia di reti di trasmissione elettrica per una rete pulita, moderna e resiliente“, o lavoratori impegnati “nella dismissione di pozzi (petroliferi e del gas, ndr) abbandonati, nella bonifica di miniere e nella interruzione di perdite di metano”, ci saranno “lavoratori del settore automotive che costruiranno veicoli elettrici moderni ed efficienti e le relative infrastrutture di ricarica”, ancora “ingegneri e lavoratori dell’edilizia che aumenteranno la capacità degli impianti per la cattura del carbonio e per la creazione di ifdrogeno verde per la produzione di acciao e cemento più puliti”, e poi “lavoratori e imprenditori agricoli che useranno strumenti all’avanguardia per rendere il suolo americano la nuova frontiera dell’innovazione nel settore del carbonio“.

HARRIS (USA): “AGIRE È IMPERATIVO, CRISI È GLOBALE”

“È imperativo, come comunità globale, agire con rapidità e insieme contro la crisi rappresentata dai cambiamenti climatici”: lo ha detto oggi la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, aprendo a Washington il vertice internazionale. La lotta contro i cambiamenti climatici è un impegno di giustizia, perché spesso le persone più esposte alle minaccia sono anche le più colpite, come nel caso delle comunità native.

XI (CINA): “NUOVA FILOSOFIA, NEUTRALITÀ AL 2060”

Nessun Paese sarà veloce come la Cina nel passare da un momento “di picco” nelle emissioni inquinanti alla netraulità carbonica, da raggiungere entro il 2060: lo ha detto oggi il presidente Xi Jinpin, intervenendo in videoconferenza al vertice internazionale convocato dagli Stati Uniti. Al centro del discorso, l’impegno per “un cammino di sviluppo ecosostenibile” che sia garante di “giustizia sociale” accrescendo allo stesso tempo la “prosperità”.

“La Cina – ha detto Xi – si ispirerà a una nuova filosofia di sviluppo, dando priorità a un cammino verde, passando dal picco nelle emissioni alla neutralità carbonica nell’arco di tempo più ridotto mai sperimentato”. Nel suo intervento, il presidente ha rilanciato l’impegno per il “multilateralismo” e la “cooperazione” con gli Stati Uniti. L’obiettivo della neutralità carbonica al 2060 era stato annunciato da Xi una prima volta a settembre.

GUTERRES (ONU): “SIAMO SULL’ORLO DELL’ABISSO, AGIRE ORA”

Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite

“Grazie al presidente Biden per averci riunito per porre l’accento su una minaccia esistenziale”. Infatti “quello passato è stato il decennio il più caldo di sempre” e “la CO2 ha raggiunto livelli mai visti in 3 milioni di anni”, con “le temperature che sono già salite di 1,2 gradi, vicine a un livello catastrofico”. Abbiamo sperimentato “temperature bollenti, devastanti tempeste e epici incendi”, insomma, “siamo all’allarme rosso” e “sull’orlo dell’abisso, dobbiamo assicurarci che il prossimo passo sia verso la giusta direzione”. Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni unite, lo dice partecipando al Leader Summit on Climate virtuale organizzato dall’amministrazione Biden. “Abbiamo bisogno di un pianeta verde” e “ogni leader deve agire” per “rendere questo decennio quello della trasformazione”, è l’appello di Guterres.

“Ogni Paese deve agire con impegni nazionali sulla strada di una neutralità climatica 2050”, prosegue Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni unite, “ora è il momento dell’azione immediata e concreta”. Però “solo il 18-25% delle risorse per la ricostruzione dopo la pandemia ci si aspetta verrà usato per ridurre emissioni, inquinamento e stress al capitale naturale”, lamenta Guterres, ma “i trilioni di dollari per il recovery sono soldi che prendiamo in prestito dalle prossime generazioni e non possono essere usati per politiche che aumentino il debito nei confronti di un pianeta in fallimento”. Serve quindi uno stop al carbone e ai sussidi alle fonti fossili e dobbiamo “assicurare una transizione equa per persone e comunità”, chiede il segretario generale Onu.

Per creare una vera coalizione per la transizione“, esorta Guterres, “i donatori internazionali devono impegnarsi” e “servono proposte concrete per l’accesso a un maggiore sostegno tecnico e finanziario ai Paesi piu vulnerabili”. In questo sforzo, “i giovani spingono gli anziani a fare quello che è giusto, le donne sono in prima linea”, dice il segretario generale Onu.

DRAGHI: CON BIDEN CAMBIO TOTALE, INSIEME VINCEREMO LA SFIDA

“Voglio ringraziare il presidente Biden. C’è stato un cambio totale sull’ambiente, confidiamo di vincere insieme la sfida sul clima“. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi intervenendo al summit sul clima.

Dobbiamo invertire subito la rotta delle politiche climatiche“, prosegue Draghi. “L’Italia è un Paese molto bello ma anche molto fragile, la battaglia per il cambiamento climatico è una battaglia per la nostra storia e i nostri paesaggi. Con il Pnrr abbiamo la possibilità di trasformare le nostre economie in un modello più verde”.

La Presidenza italiana ha proposto di tenere una riunione ministeriale congiunta su Clima ed Energia. Una forte determinazione del G20 aumenterà anche le possibilità di una conferenza COP26 di successo a Glasgow”, conclude il premier.

VON DER LEYEN: “UE PRIMA PER NEUTRALITÀ CLIMATICA”

“Questo è un decennio cruciale e l’Accordo per il clima salverà delle vite. Siamo pronti ad agire, il riscaldamento globale oltre 1,5 gradi è pericolosamente vicino. L’Europa col Green Deal si propone proprio di raggiungere questi obiettivi, puntando alla neutralità climatica entro il 2050 e alla riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030“. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, tra i relatori intervenuti al Leaders Climate Change forum in corso a Washington.

ursula von der leyen

Oggi, Giornata della Terra, è stata occasione per i leader mondiali di ribadire gli impegni per l’ambiente in vista della prossima Cop26. L’Europa, ha ricordato der Leyen, ha stabilito che ora anche molti altri attori e settori – e non più solo le aziende – pagheranno per le emissioni di CO2, un costo che “non può essere pagato dall’ambiente”.

La transizione ecologica però “va attuata in modo inclusivo e sostenibile per tutti” ha aggiunto la presidente della Commissione, sottolineando che “per questo motivo il 30% del Recovery plan (ossia il Next Generation Eu) sarà investito per il clima. Sarà il motore per la ripresa” perché la transizione per der Leyen “è un’opportunità per le nostre economie”. L’Europa, ha aggiunto la presidente della Commissione, “sarà il primo continente a raggiungere la neutralità climatica e faremo in modo che tutti i governi si assumano le proprie responsabilità”.

SUGA (GIAPPONE): “CLIMA SFIDA MA ANCHE CHANCE PER ECONOMIA”

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Quella posta dai mutamenti climatici è “una sfida che tutto il genere umano deve puntare a risolvere” ma “la risposta ai mutamenti climatici non rappresenta più un limite all’economia ma una spinta per una crescita dinamica di lungo periodo, non solo per il Giappone ma per tutto il mondo”. Il primo ministro del Giappone, Yoshihide Suga, lo dice intervenendo al Leader Summit on Climate virtuale organizzato dall’amministrazione Biden. “Con questa visione in mente lo scorso autunno ho dichiarato l’impegno di arrivare a zero emissioni nette al 2050, appena ho assunto la carica di primo ministro, un passo importante”, ricorda Suga, con un target intermedio “per un taglio del 46% delle emissioni al 2030 rispetto al 2013, un target ambizioso verso le zero emissioni nette al 2050”. Il Giappone “continuerà i suoi strenui sforzi”, dice il primo ministro, “non è un compito facile ma siamo pronti a dimostrare la nostra leadership per una decarbonizzazione a livello mondiale” e “da ora in poi accelereremo le misure per raggiungere l’obiettivo, creando un circolo virtuoso circolo fra economia e ambiente”. Nell’impegno “a guidare lo sforzo verso la decarbonizzazione”, dice Suga, a livello nazionale “avanzeremo verso l’economia circolare creando nuove industrie e economie”.
Ciò detto, però, “la decarbonizzazione globale non può essere ottenuta con gli sforzi di un Paese da solo ma dalla comunità che deve essere unita“, avverte il primo ministro, ma “possiamo creare un’ondata globali per l’impegno” e “oggi sono riuniti Paesi che rappresentano l’80% emissioni”, quindi “possiamo travolgere il mondo con l’onda del nostro impegno”.

“Io e Joe Biden, nel corso della mia visita a Washington, abbiamo avuto il piacere di confermare e rilanciare la cooperazione tra Giappone e Stati uniti e l’ambizione su decarbonizzazione e energia pulita”, prosegue il primo ministro del Giappone, Yoshihide Suga, “Giappone e Stati uniti lavoreranno per promuovere la decarbonizzazione mondiale e una cooperazione continua su ogni area di implementazione dell’Accordo di Parigi, sulle tecnologie pulite e sull’accelerazione della transizione dei Paesi in via di sviluppo, inclusi i Paesi dell’Indopacifico per decarbonizzare le società”.

Infine, “non c’è altro tempo che questo- conclude Suga- la comunità internazionale ha bisogno di una maggiore solidarietà per decarbonizzare, il Giappone con un approccio multilaterale è pronto a prendere la guida per tutto genere umano, verso la COP26 e oltre“.

HASINA (BANGLADESH): “SUBITO FONDO DA 100 MILIARDI”

Ho alcuni suggerimenti per i governi delle maggiori economie mondiali: implementare e monitorare, ogni anno, azioni utili a mantenere basse le emissioni di CO2 così da tenere il riscaldamento globale fermo sulla soglia dell’1,5 gradi centigradi” e inoltre “istituire un fondo globale per il clima pari a 100 miliardi di dollari“. Lo ha detto il primo ministro del Bangladesh, Sheikh Hasina, intervenendo al Leaders Climate Change Forum. Hasina ha continuato: “Entro giugno presenteremo un piano per il clima ambizioso. Il Bangladesh è tra i primi Paesi per politiche e azioni sostenibili, volte a frenare i cambiamenti climatici“.
La premier ha ricordato che il governo “sta promuovendo azioni su tutto il territorio e, come presidente di turno del Climate Vulnerable Nations’ Forum, sto sollecitando azioni e soluzioni anche negli altri paesi”.

 

fonte: Agenzia DiRE

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