Il ministro degli Esteri interviene sul caso del giovane pescarese condannato a 25 anni in Egitto: “È ovvio che la pena sia pesante, il traffico c’era”
AGI – In merito al caso di Giacomo Passeri, “purtroppo è stato trovato con una dose di droga importante. Il nostro consolato, l’ambasciata, ha seguito la vicenda fin dall’inizio, sembrava che fosse soltanto questione di ‘fumo’, invece si è sentito male all’aeroporto perché’ pare che sia esploso un ovulo di cocaina” dei quaranta che aveva ingerito”. Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, in merito al giovane italiano arrestato in Egitto e condannato a 25 anni.
“È ovvio che la condanna sia stata pesante, noi continueremo a seguire tutto ciò che accade, ma il traffico di droga c’era”, aggiunge Tajani. La pena secondo il vicepremier, “deve essere la privazione della liberta” e non “le pene corporali che non sono ammissibili”. “Come abbiamo sempre fatto, seguiremo come seguiamo i 2.500 italiani detenuti nel mondo, tutti, anche quelli che non finiscono sui giornali, per cercare di risolvere i loro problemi”, chiosa.
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