Dall’Aula Paolo VI, all’udienza generale, si leva ancora la supplica del Papa per i focolai di distruzione armata nel mondo. In particolare, il Pontefice ricorda la Palestina, Israele, l’Ucraina, e ancora: “Non dimentichiamo i Rohingya, fratelli perseguitati”. Un pensiero per le vittime del sisma e della collisione aerea in Giappone
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Le parole di Papa Francesco, nella prima udienza generale del 2024 in Aula Paolo VI, risuonano ancora con il tono della supplica per il dono della pace.
L’appello del Papa per i popoli in guerra e perseguitati
Al termine della catechesi, il Pontefice ha invitato in particolare a pregare per il dramma che si sta consumando in Medio Oriente e nel cuore dell’Europa. Ed ha aggiunto infine un pensiero per una popolazione su cui è tornato non poche volte a parlare.
Preghiamo per la gente in Palestina, Israele, Ucraina e tanti altri posti dove c’è la guerra. E non dimentichiamo i nostri fratelli Rohingya che sono perseguitati.
Chiedere un cuore sensibile verso poveri e rifugiati
Nel saluto ai pellegrini polacchi, il Papa invita a pregare Dio, “che ci conceda un cuore sensibile alle necessità dei poveri, rifugiati e vittime della guerra. Per intercessione di Maria, Madre di Dio, – aggiunge – chiedo al Signore il dono della pace, e vi benedico di cuore!”. Inoltre, nel rivolgere un saluto affettuoso anche ai cresimandi e adolescenti della diocesi di Latina, esorta a custodire, come Maria, a meditare e seguire il Verbo che a Betlemme si è fatto carne, “per diffonderne – afferma il Papa – tra i vostri amici e compagni il messaggio di bontà e di pace”. E ancora di pace parla ai fedeli di lingua araba: l’invito del Pontefice è che, con l’inizio del nuovo anno, a “mantenere la preghiera e la penitenza” perché si possa “trovare in essa la pace e la gioia che Dio vuole per noi. Il Signore vi benedica tutti – conclude – e vi protegga sempre da ogni male!”.
La preghiera per le vittime del Giappone
Nei saluti ai pellegrini di lingua inglese, il Papa ha anche pregato per le vittime e i soccorritori del terremoto in Giappone, rivolgendo un pensiero pure a chi si sta adoperando per i danni e i morti causati dalla collisione aerea sempre nel Paese asiatico, a Tokyo. Il bilancio di quanti hanno perso la vita nel sisma di capodanno è salito a 64, ma la situazione è di altissima precarietà poiché diverse altre scosse continuano a far tremare la terra in questa regione. È stata di magnitudo 5.5 quella registrata alle 10.54 ora locale (le 2:54 in Italia) nella regione di Noto, nella prefettura di Ishikawa, ad una profondità di 10 chilometri. Non sono stati emessi allerta tsunami. “Quasi nessuna delle case è in piedi. Sono parzialmente o totalmente distrutte”, ha dichiarato Masuhiro Izumiya, sindaco della città di Suzu, che ha subito ingenti danni.
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