Correva il 1942, Roma avrebbe dovuto ospitare l’Esposizione Universale, ma l’Expo di Roma in quell’anno, non vide mai la luce a causa della Seconda Guerra Mondiale. Oggi, 2023, 81 anni dopo, Roma cerca di ottenere ciò che per cause di forza maggiore non ha potuto dare alla luce, Roma si candida ufficialmente per EXPO 2030.
Roma, una porta aperta sul futuro, come anche il logo vuole sottolineare…
Porta cittadina che nasce per accogliere le persone e permetter loro di rifugiarsi all’interno delle mura fortificate in caso di pericolo. Perso il loro scopo originario, sono diventate il simbolo di accessibilità e apertura verso l’esterno. Ecco perché il logo di Expo 2030 Roma parte da questo concetto, per portarlo a un nuovo livello: da una parte un invito a entrare e partecipare alla visione collettiva, dall’altra, un invito a guardare oltre, al futuro e alle sue infinite possibilità.
Sabato 22 aprile si è conclusa a Roma la visita ispettiva effettuata in quattro giorni, del Bie, Bureau International des Expositions, uno dei momenti più importanti nel percorso verso il voto finale di Expo 2030, previsto il 23 novembre prossimo con il voto di 171 Paesi. L’obiettivo della visita ispettiva è stata la verifica dei contenuti e della fattibilità del dossier di candidatura presentato dal Comitato promotore il 7 settembre scorso a Parigi, con obiettivo finale quello di fornire ai delegati una concreta verifica della fattibilità del progetto.
Nella serata tra il venerdì e il sabato, c’è stato un fantastico spettacolo, simbolo proprio di questa grande candidatura l’evento al Colosseo “#humanlands – eternal evolution, 30 minuti dove sono stati raccontati i valori della candidatura di Roma. Una evoluzione eterna rappresentata dalla città stessa, avendo il bisogno di mettere l’umanità al centro della conversazione. Per questo motivo il titolo Humanlands, cori angelici, canti, performance artistiche, giochi di luci e droni, tutto con l’obiettivo di ammaliare gli ispettori e portare Roma come eventuale vincitrice di EXPO 2030.
Un’occasione unica e irripetibile per mettere al centro dell’attenzione l’uomo e la sua capacità di reinventare il proprio “habitat”, la città, bilanciando sviluppo e sostenibilità ambientale, mettendo al centro le parole innovazione, inclusione e rigenerazione.
Era il 2015, quando Milano era il fulcro della vita, della “energia per la vita”, con il suo meraviglioso “albero della vita”, centro e immagine di un EXPO che ha attirato a sé milioni di persone proponendo e offrendo una piattaforma di dialogo tra tutti i Paesi sui temi dello sviluppo e del progresso, portando in primo piano innovazioni capaci di migliorare le condizioni di vita delle persone, a livello economico, sociale e culturale, obiettivo che comunque ogni EXPO ha come obiettivo primario.
Riuscirà Roma a vincere questa sfida? Non ci resta che attendere e tifare Italia, tifare tutti per la nostra capitale, capace di reinventarsi attraverso i secoli, fino a meritarsi l’appellativo di “città eterna”, vincere una opportunità, ideale per trasformare Roma, nell’immaginario collettivo, da culla della civiltà, che ha diffuso nel mondo il modello di città per eccellenza, a città intelligente capace di far convivere l’inestimabile ricchezza del passato con uno slancio energico verso il futuro e le sue sfide.
Savio Rociola
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