Un viaggio emozionante attraverso la Storia della Salvezza con ‘Akedà’, ‘Figlie di Gerusalemme’ e ‘Il Messia, leone per vincere’ un Inno alla Fede e al Sacrificio”
di Salvatore Stano
Trieste, 19 novembre – In una serata di intensa emozione e profonda spiritualità, il Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste ha accolto con entusiasmo la prima esecuzione assoluta del poema sinfonico “Il Messia” di Kiko Argüello, dedicato ai martiri cristiani contemporanei.
L’evento, con l’inizio alle 18:00 di domenica scorsa, di fronte a una platea di circa 1300 persone, ha visto la partecipazione dell’Équipe Internazionale Responsabile del Cammino Neocatecumenale: Kiko Argüello, María Ascensión Romero e il presbitero Padre Mario Pezzi. Presenti anche i membri delle comunità neocatecumenali del Triveneto con i loro catechisti itineranti (Stefano Gennarini, Silvana Venditti e il presbitero Diego Martinez). Hanno preso parte all’evento anche i seminaristi dei seminari Redemptoris Mater di Trieste, Pienerolo e Pola, insieme a presbiteri, formatori e sacerdoti del clero triestino.
Tra le personalità presenti, anche rappresentanti delle autorità civili e religiose: la vice sindaco Serena Tonel, che ha preso parte all’evento in rappresentanza del sindaco assente, Roberto Dipiazza, l’assessore alla Cultura, Giorgio Rossi, il Sovrintendente del “Teatro Lirico Giuseppe Verdi”, Giuliano Polo, il direttore artistico, Paolo Rodda, e i vescovi mons. Giampaolo Crepaldi (vescovo emerito di Trieste) e mons. Enrico Trevisi, attuale vescovo ordinario.
Il poema sinfonico si è svolto in tre momenti: “Akedà”, “Figlie di Gerusalemme” e “Il Messia, leone per vincere”. Un trittico sinfonico, in cui il pianoforte ha avuto un ruolo centrale, che si è ispirato a episodi della Storia della Salvezza come il Sacrificio di Isacco, le parole di Cristo alle donne lungo la via della Croce e la testimonianza di un martire cristiano del IV secolo, Vittorino di Pettau.
Kiko Argüello, compositore in precedenza de “La sofferenza degli innocenti” – che noi di EASY TV abbiamo potuto apprezzare al Palaflorio di Bari, il 2 giugno del 2019 – è nato a León nel 1939. Pittore, con laurea in Belle Arti, ha vissuto una conversione profonda negli anni ’60, dedicando la sua vita a Cristo. Con la serva di Dio, Carmen Hernández, scomparsa a Madrid, il 19 luglio 2016, ha formato tra i poveri la prima comunità del Cammino Neocatecumenale, che in seguito si diffonderà in tutto il mondo.
Il concerto di Trieste ha visto all’opera l’imponente orchestra, composta da circa 180 musicisti e fondata da Kiko Argüello nel 2010 per “La Sofferenza degli Innocenti”, sinfonia, che ha avuto una risonanza e un rilievo internazionale nei palcoscenici dei maggiori teatri e in varie sale di concerto del mondo: Madrid, Metropolitan di New York, Chicago Symphony Hall, Berliner Philharmoniker Hall – Berlino, Gerard Behar Auditorium – Gerusalemme, Suntory Hall – Tokyo, Hungarian State Opera House – Budapest, Memorial Concert – Auschwitz, Piazza Unità d’Italia – Trieste.
Degno di nota è il fatto che i componenti dell’orchestra (musicisti per la maggior parte italiani, spagnoli e in piccola parte di altre nazionalità) mettono gratuitamente il loro talento a servizio della Nuova Evangelizzazione.
Il direttore dell’orchestra, Tomáš Hanus, è noto a livello internazionale, con esperienze nei più prestigiosi teatri e sale da concerto. L’opera in prima assoluta è stata un privilegio per il Teatro Verdi e per la città di Trieste.
Mons. Enrico Trevisi: «L’altra volta Kiko Argüello e l’orchestra ci hanno fatto ascoltare “la strage degli innocenti”. Questa sinfonia inizia invece con Isacco, il sacrificio di Isacco, che però è un innocente che viene salvato da Dio. Oggi ci sono altre stragi di innocenti. Il sacrificio di Isacco ci riporta ad un altro sacrificio; non c’è in Dio nessun padre che deve sacrificare i figli, ma Dio Padre ci ha dato suo Figlio. Questo è un mistero grande che anche attraverso l’arte, questa sera, noi meditiamo, passando dentro una storia che è la Storia della Salvezza».
Kiko Argüello: «Dio mi sorprende dandomi la possibilità di stare con voi. Mi ha ispirato un poema sinfonico che è dedicato ai martiri di oggi. Speriamo giunga al cuore delle persone, che le evangelizzi, perché attraverso la musica possiamo annunciare il Vangelo.
Attraverso questo poema sinfonico vogliamo parlare del martirio, dei martiri di oggi, dei cristiani che sono perseguitati. Dicono che sono molto di più i martiri di oggi che nel corso della storia della Chiesa. Ci interroga molto, oggi, questa persecuzione nel mondo verso i cristiani. Dio ha voluto riprodurre in noi l’immagine di suo Figlio crocifisso perché siamo chiamati a questo: “Essere agnello per soffrire”, come il Messia (riferimento al brano musicale il “Messia, leone per vincere” ndr). Solamente così noi realizzeremo la nostra missione nel mondo. Solo l’Agnello sgozzato, come sapete, vince la bestia (cfr. Apocalisse, ndr.) Viviamo in un momento della storia molto importante, io non ho voluto fare nessun partito politico, perché penso che la bestia non si vince con il potere politico. La bestia che è il demonio, domina tutto perché è il principe di questo mondo.
In molte nazioni i cristiani sono perseguitati. Possiamo reagire con la paura o credere veramente nella Scrittura, quello che il Signore ci ha rivelato: perché Dio ha mostrato nel suo Figlio crocifisso la verità e quale sia il contenuto essenziale per tutto l’universo.
Non sappiamo che succederà con noi, ma questo che sta succedendo in alcune nazioni può succedere dappertutto. Non dobbiamo spaventarci; al contrario, dobbiamo sapere a che cosa ci ha chiamato il Signore: a riprodurre in noi l’immagine di suo Figlio: è un onore grande salire sulla croce con Cristo! Cristo ha offerto la sua morte in croce anche per questa Europa, che sta in gran parte andando verso l’apostasia.
In questo mondo, che separandosi da Dio si sta trasformando, sta cambiando tutta la realtà – non c’è più la cristianità che regnava una volta in Italia – stiamo entrando in un cambio totale di epoca e tutto va a cambiare: la forma della società e anche cambierà il modo di essere cristiani.
Accettare di essere uccisi significa “non resistere al male” ossia oggi, con questo poema sinfonico, il Signore ci sta invitando a prepararci ad essere martiri. Noi siamo chiamati ad aiutare Gesù Cristo a salvare questo mondo, come? Essendo martiri anche noi.
Il cristiano è l’unico che ama il nemico: “Amatevi come io vi ho amato” ha detto Gesù Cristo. Guardate che cosa immensa è questa che Dio ci chiami a fare del bene insieme a lui, a non essere più strumenti di iniquità, ma strumenti di bene per gli altri. Coraggio!
Per questo i primi cristiani si rallegravano quando erano perseguitati, perché nelle catechesi venivano educati ad assomigliare a Cristo crocifisso. E si aspettavano di essere perseguitati e quando ciò accadeva si rallegravano. Qui stava tutta la loro educazione per essere cristiani.
Sant’Agostino diceva che Cristo ci ha promesso (il martirio) la cosa più grande – come a san Pietro: “Pietro, Pietro, quando eri più giovane andavi dove volevi, ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani e un altro ti porterà dove tu non vuoi” perché sarà martirizzato per Cristo.
Il dono più grande che Cristo potesse fargli, promettergli che avrebbe dato il suo sangue per amore a Cristo. “Perché amare Cristo è l’unica verità, il resto è tutta vanità” dicevano i padri della Chiesa. E san Paolo dice: “chi non ama Cristo sia anatèma (maledetto)“. Adesso possiamo dire: Signore, aiutaci ad amare tuo Figlio!.»
Si ringrazia il Cammino Neocatecumenale per le immagini inserite a corredo del presente articolo.
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