L’ex ministro alla salute ha scelto di non candidarsi dopo le pressioni vissute durante l’emergenza Covid. Motivo per il quale continua ancora a ricevere insulti e minacce e a vivevere sotto scorta con i famigliari
«Minacce di morte e insulti quotidiani da schegge della galassia no vax». Questi i motivi per cui l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, non è stato disponibile per la candidatura a presidente della Regione Basilicata alle elezioni del 21 e 22 aprile. Ad annunciarlo è direttamente l’esponente politico lucano con un lungo post sui propri canali social. Speranza ha voluto chiarire la sua posizione, dopo aver letto «alcune ricostruzioni insensate che partono però sempre da una rimozione di fondo che per me è inaccettabile: cosa ha significato e quali siano le conseguenze dell’essere stato ministro della salute durante la pandemia da Covid 19».
Le responsabilità da ministro della Salute durante il Covid
L’esponente dem ha rimarcato il carico di responsabilità che ha avuto sulle sue spalle negli oltre tre anni di mandato, ai quali è seguita anche «una clamorosa inchiesta giudiziaria». In tal senso, Speranza ha ricordato che, durante il suo mandato da ministro della salute, si sono succeduti ben quattro ministri in Francia, tre in Gran Bretagna e due in Germania. «È stato un carico di lavoro inimmaginabile, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, senza alcuna pausa con decisioni quotidiane che incidevano sulla vita quotidiana di milioni di italiani. Questa storia non può essere rimossa. E il lavoro incessante che ho fatto, dando tutto me stesso, non può essere sottovalutato», ha aggiunto, rispondendo alle critiche ricevute nelle ultime settimane.
L’appoggio a Elly Schlein
Nel post, Roberto Speranza ha parlato anche del periodo a partire da giugno del 2023, fase in cui ha guidato la comunità di Articolo Uno ad aderire al nuovo Pd di Elly Schlein (che aveva sostenuto al congresso di febbraio). «Da quel momento sono un semplice deputato di opposizione. Non ho chiesto nessun incarico né a livello di partito né a livello di gruppo o di commissione». Così, poi, Speranza ha approfondito le gravi difficoltà che riguardano tutta la sua famiglia: «Il prezzo per l’impegno degli anni del Covid è stato altissimo e purtroppo non si è ancora esaurito. Mi pesa essere costretto a parlarne pubblicamente, non sarebbe nella mia natura farlo, ma credo che oggi sia necessario per comprendere la situazione».
Una vita sotto scorta
L’ex ministro ha parlato di «continue istigazioni all’odio personale sui social e anche da parte di un pezzo limitato, ma molto rumoroso del mondo editoriale». Questo clima, ha proseguito, è ulteriormente peggiorato da quando è stata annunciata la commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid, tanto che è costretto ancora «a vivere sotto scorta con tutto ciò che questo comporta per me e per i miei cari».
Pertanto, a causa di queste argomentazioni di natura personale, Speranza ha chiesto ai due leader di Pd e Cinquestelle di non considerare la sua figura come possibile candidato. «L’ho fatto anche – rimarca – per rispetto alla terra che amo, la mia Basilicata. Chi si candida a guidarla deve essere pronto a dare tutto, anteponendo questa funzione ad ogni altro pensiero o preoccupazione. Proprio come ho fatto io negli anni da ministro. Candidarsi a guidare una Regione è una scelta di vita che richiede un impegno totale. Giudico offensivo anche solo pensare ad un lavoro part time come qualcuno sembrerebbe suggerire».
Il «patto» con gli elettori di Napoli
Infine, l’ex ministro ha specificato anche un’ulteriore ragione che non ritiene banale: intende rispettare il patto con gli elettori del collegio di Napoli che hanno consentito l’elezione, un anno e mezzo fa, alla Camera dei Deputati. «Ho sempre trovato surreale il salto da una candidatura all’altra in un tempo così breve, come se le istituzioni fossero dei taxi per passare da un incarico all’altro infischiandosene del mandato popolare. Non è – ha concluso – il mio modo di servire le istituzioni».
fonte: CORRIERE DELLA SERA
Be the first to comment on "Elezioni regionali in Basilicata, Speranza: «Io minacciato di morte dai no vax, per questo non mi sono candidato»"