Il testo, approvato dal Consiglio dei ministri, prevede la reclusione fino a cinque anni per chi cagiona un “danno ingiusto” utilizzando sistemi IA e stanzia un miliardo in tre anni per le startup del settore
AGI – Reclusione da uno a cinque anni per chi cagiona un “danno ingiusto” utilizzando sistemi di intelligenza artificiale. Iscrizione a sistemi come i chatbot per gli under 14 solo previo consenso dei genitori. Uno stanziamento da miliardo di euro, spalmato nel triennio fino al 2026, a sostegno dello sviluppo di startup del settore e di almeno una azienda capace di assumere dimensione di leader nel mercato nazionale. Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge sull’intelligenza artificiale per provare a mettere ordine in un settore con campi di applicazione molto diversi – dalla salute all’informazione fino alla cultura passando per la sicurezza e la difesa – le cui potenzialità e i risvolti sono ancora tutti da esplorare.
Il documento prova a fissare dei paletti all’uso dell’IA, specifica che i sistemi e i modelli di intelligenza artificiale devono essere sviluppati e applicati nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale dell’uomo e non dovranno pregiudicare lo svolgimento con metodo democratico della vita istituzionale e politica. La precondizione essenziale è che dovrà essere assicurata la cybersicurezza. Per l’informazione l’intento è che i sistemi di IA vengano utilizzati, si legge nella bozza del testo, “senza pregiudizio alla libertà e al pluralismo dei mezzi di comunicazione, alla libertà di espressione, all’obiettività, completezza, imparzialità e lealtà dell’informazione”.
Per il ministro delle Imprese Adolfo Urso: “L’obiettivo è creare un mercato dell’intelligenza artificiale che sia equo, aperto e utilizzabile. Dobbiamo coinvolgere le Pmi nel processo innovativo sfidante dell’IA”. Il titolare del Mimit ha ricordato che “il provvedimento indirizza 1 miliardo di euro del fondo innovazione al venture capital gestito da Cdp per facilitare la nascita e la crescita di start up che operano nel settore. E poi per consentire la nascita di un campione nazionale del settore, come stanno facendo altri Paesi. Sono le prime risorse poi vedremo le altre esigenze del settore”.
Tra coloro che più hanno lavorato al testo c’è il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti. “Il disegno di legge definisce senza equivoci chi elabora la strategia, ovvero Palazzo Chigi, sarà aggiornata ogni due anni e sottoposta ai colleghi di governo. Abbiamo pensato a due autorita, Agid e Acn, già dotate di profili che consentono questo tipo di vigilanza”. Butti ha aggiunto: “Abbiamo pensato di non adottare il modello spagnolo il Paese che prima di noi ha legiferato in materia. La strategia nazionale mira a un’attenzione particolare per l’uomo, mette assieme amministrazioni pubbliche e soggetti privati, promuove la ricerca, per dotare il Paese di una politica industriale in tema di IA, che oggi non esiste. Molte cose saranno attuate con norme secondarie, Dpcm e regolamenti”.
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