Rispetto al piano presentato dal governo Conte, Draghi parla di “continuità in alcune aree, forte discontinuità in altre”
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ROMA – “Ho visto Salvini, Bersani e i presidenti di regioni e province. Tutti chiedono le riaperture, è normale. Sono consapevole della situazione di bisogno e disperazione, le manifestazioni che ci sono state: la violenza va condannata ma capisco totalmente il senso di smarrimento e alienazione che si ha in questa situazione. Voglio vedere le prossime settimane per parlare di riaperture, riaperture in sicurezza. Le prossime settimane devono essere di riaperture, ma riaperture in sicurezza. Tanto più celermente procedono le vaccinazioni di categorie a rischio, tanto più celermente potremo riaprire”. Lo dice Mario Draghi, in conferenza stampa, aggiungendo che “non c’è una data, dipende dall’andamento dei contagi”.
“SOMMINISTRAZIONI VACCINO NON CALATE, RAGGIUNGEREMO OBIETTIVI”
“La disponibilità non è calata oggi abbiamo chiuso con oltre 320mila somministrazioni, come prima Pasqua. Non ho dubbi sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti ma occorre concentrarsi sulle classi di età. E’ il momento di prendere decisioni, la tutela dei soggetti più esposti è al centro per le riaperture e quindi della ripresa economica. Se proteggiamo chi è più esposto riapriamo con più tranquillità, il lavoro procede e ora è il momento di fare delle scelte di direzione”, ha aggiunto Draghi.
“BASTA SALTARE LISTE, CON CHE COSCIENZA LO FANNO?”
“La raccomandazione è seguire le linee guida e usare il vaccino Astrazeneca per coloro che hanno più di 60 anni di età. Il rischio di decesso- ribadisce Draghi- è massimo per coloro che hanno più di 75 anni. Smettetela di vaccinare chi ha meno di 60 anni, i giovani, i ragazzi, gli psicologi di 35 anni, queste platee di operatori sanitari che si allargano. Con che coscienza la gente salta la lista per vaccinarsi lasciando un rischio concreto di morte per le persone fragili o gli over 75?“.
“RECOVERY OCCASIONE UNICA, DI PORTATA STORICA”
Nella riunione con le Regioni in riferimento al Pnrr il Presidente del consiglio Mario Draghi ha sottolineato che si tratta di “un pacchetto di investimenti molto ambizioso e un pacchetto di riforme” che va a coprire gli anni tra il 2021 e il 2026. “Un’opportunità che dobbiamo cogliere”, in particolare quella della transizione ecologica e digitale.
“Dobbiamo essere consapevoli della portata storica di questo piano, è un’occasione unica” per migliorare le scuole e modernizzare la burocrazia. “E’ importantissimo spendere e spender bene”.
“Molti- aggiunge il premier- si chiedono se questo Piano sia in continuità o meno con il precedente: è certamente in continuità in alcune aree dove la discontinuità non aveva nessun motivo di esserci, ed è in forte discontinuità in altre aree”.
DRAGHI ILLUSTRA A REGIONI COME FUNZIONA LA GOVERNANCE DEL PNRR
Il Presidente del consiglio Mario Draghi ha illustrato alle regioni due aspetti del PNRR: la sua governance e le sue principali direttrici. Il modello organizzativo del PNRR prevede due livelli, strettamente legati tra di loro. La struttura di coordinamento centrale supervisiona l’attuazione del piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione Europea, a seguito del raggiungimento degli obiettivi previsti.
Accanto a questa struttura di coordinamento, agiscono una struttura di valutazione e una struttura di controllo. Le amministrazioni sono invece responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme. Inviano i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale, per garantire le successive richieste di pagamento alla Commissione Europea.
Il governo intende inoltre costituire delle task force locali che aiutino le amministrazioni territoriali a migliorare la loro capacità di investimento e a semplificare le procedure. La supervisione politica del piano è affidata a un comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio a cui partecipano i ministri competenti.
In questo disegno, ha spiegato Draghi, gli enti territoriali hanno dunque quattro funzioni: Regioni ed enti locali hanno la responsabilità attuativa delle misure loro assegnate. Le regioni supervisionano i progetti gestiti dagli enti locali e si assicurano che siano coerenti con le altre politiche regionali di sviluppo. Gli enti territoriali partecipano alle strutture di sorveglianza del piano e contribuiscono alla sua corretta attuazione. Infine, beneficiano degli interventi di assistenza tecnica e di supporto operativo che arrivano dalle task force.
fonte: Agenzia DiRE
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