Don Dino Puglisi: il primo martire della Chiesa a essere ucciso dalla mafia

Il prossimo 15 settembre saranno trascorsi 31 anni dalla sua morte. La storia del parroco divenuto beato che parlava contro le cosche

Autore: Nadia Cozzolino

ROMA –  “Per l’impegno di educatore delle coscienze, in particolare delle giovani generazioni, nell’affermare la profonda coerenza tra i valori evangelici e quelli civili di legalità e giustizia, in un percorso di testimonianza per la dignità e la promozione dell’uomo. Sacrificava la propria vita senza piegarsi alle pressioni della criminalità organizzata. Mirabile esempio di straordinaria dedizione al servizio della Chiesa e della società civile, spinta fino all’estremo sacrificio”.

Con queste motivazioni, il 24 settembre 2015don Pino Puglisiil primo martire della Chiesa cattolica ad essere ucciso dalla mafia, riceveva la Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Memoria, consegnata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Gaetano e Francesco Puglisi, fratelli del Beato, nel corso di una cerimonia al Quirinale.

Il prossimo 15 settembre saranno trascorsi 31 anni dalla morte di don Pino Puglisi. Alle 23 circa, nel giorno del suo 56esimo compleanno, venne ucciso davanti al portone di casa sua, a Palermo. Appena sceso dall’auto, venne raggiunto dai sicari di Cosa Nostra che, dopo averlo chiamato, gli spararono alla nuca diversi colpi d’arma da fuoco.

Esecutori e mandanti dell’omicidio sono stati identificati e assicurati alla giustizia, condannati all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Palermo. Tra questi c’era Salvatore Grigoli, killer reo confesso di Puglisi e di altre 45 persone.

Da una stanza del carcere di massima sicurezza in cui era rinchiuso, il giornalista di Famiglia Cristiana Francesco Anfossi lo intervistò nel 1999, quando aveva già intrapreso un percorso di collaborazione. “Perché era stato dato l’ordine di uccidere Puglisi?”, chiese Anfossi. “Nelle prediche, a messa, parlava contro la mafia e la gente sentiva questo suo fascino, soprattutto i giovani”, rispose Grigoli.

LA VITA

Lo chiamavano “U parrinu chi cavusi” (“il prete con i pantaloni”) perché non era abituato a indossare l’abito talare quando, concluse le messe, passeggiava tra la gente di Brancaccio, dove in quegli anni imperversavano i fratelli Graviano.

Don Pino Puglisi in quel quartiere c’era nato e c’era cresciuto: ordinato sacerdote nel 1960, e dopo una vita spesa per provvedere all’educazione di giovani a rischio devianza, nel 1990 decise di tornarci, da parroco della Chiesa di San Gaetano.

A Brancaccio il suo impegno fu sempre ancorato all’idea che trasmettere ai ragazzi valori sani, come quello del rispetto della legalità, fosse il miglior antidoto alla minaccia mafiosa. Fu anche per questo che, prima dell’omicidio di don Pino Puglisi, nella borgata si susseguirono episodi intimidatori ordinati da Cosa Nostra.

Raccontò Grigoli ad Anfossi di Famiglia Cristiana: “Noi facevamo questi attentati per allontanare da Brancaccio don Pino e la gente che lo appoggiava. Ma Puglisi continuava a fare quello che aveva sempre fatto, parlare contro la mafia…”.

Parlava contro la mafia anche nell’associazione che decise di istituire, il Centro di Accoglienza Padre Nostro, che ancora oggi, nella memoria del suo fondatore, continua a operare in favore delle fasce più deboli della popolazione.

LE INIZIATIVE

Sono numerose le iniziative organizzate dal Centro in occasione del 31esimo anniversario dell’assassinio di don Pino Puglisi, con un programma di manifestazioni che si protrarrà fino a novembre. Questa sera, alle 21, si terrà una adorazione eucaristica nella Parrocchia San Salvatore, mentre domenica 15 settembre, alle 18, la Cattedrale di Palermo ospiterà una celebrazione presieduta da Monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo.

Il 21 ottobre, alle 16, nella Casa Museo di Palermo intitolata a Puglisi, sarà invece presentato il progetto dei lavori di riqualificazione della Piazzetta Beato Padre Pino Puglisi “Situare la memoria. La nuova piazza Beato Giuseppe Puglisi: da scena del martirio a luogo dell’incontro e della memoria”, promosso con il contributo della struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali. Il 21 ottobre di ogni anno si celebra, infatti, nel giorno del suo battesimo, la memoria liturgica di don Pino Puglisi, beatificato con decreto concesso da Papa Benedetto XVI il 28 giugno 2012 per il martirio “in odium fidei”.

La cerimonia di beatificazione si tenne nel Foro italico di Palermo il 25 maggio 2013, con queste parole proferite da Papa Francesco: “Don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto”.

E il Pontefice è stato a Palermo il 15 settembre 2018 proprio in occasione del 25esimo anniversario della morte del Beato Pino Puglisi, che ha riconosciuto come “povero fra i poveri della sua terra”, ricordano a tutti che “dare la vita è stato il segreto della sua vittoria, il segreto di una vita bella”.

 

 

fonte: Agenzia DIRE www.dire.it

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