In un’intervista al quotidiano La Stampa, il ministro della Difesa fa il punto su un possibile intervento nella guerra in Ucraina, sulle elezioni in Abruzzo e sull’inchiesta dei pm di Perugia sulla presunta fuga di notizie riguardanti vip, politici e imprenditori
AGI – “Francia e Polonia non possono parlare a nome della Nato che fin dall’inizio è stata formalmente e volontariamente tenuta fuori dal conflitto”. Lo dice in una intervista a La Stampa, il ministro della Difesa Maurizio Crosetto.
“Portare truppe a Kiev – prosegue – significa fare un passo verso una escalation a senso unico che cancellerebbe la strada della diplomazia. Non ha senso porre ora, dopo due anni di guerra, questo ragionamento”. Secondo Crosetto, “la conversione della Russia in un’economia di guerra, la rende più agile della Nato nella produzione di armi. L’occidente ha scoperto di avere una capacita’ produttiva molto inferiore rispetto a quella russa e ha bisogno di tempo per invertire la rotta. Continuiamo a dare sostegno a Kiev – sottolinea il ministro – ma bisogna pensare a come aiutarli a riconquistare libertà, territorio e sicurezza anche in altro modo. Bisogna attivare con maggior forza le vie diplomatiche”.
Parlando poi dello scandalo dossieraggio, Crosetto ha detto di essersi “fatto un’idea e spero che emerga dal lavoro di Cantone ma non la esporrò ora. Vedo un’agitazione molto diffusa e non parlo degli indagati. In questi mesi sono stato attaccato con veline e articoli. Hanno cercato di spaventarmi e delegittimarmi. Penso come Nordio, che sia necessaria per ricostruire la credibilità delle istituzioni e per consentire al Parlamento di lavorare sugli strumenti legislativi con cui impedire altri abusi in futuro. Ma c’è tempo per ogni cosa. Ora c’è l’indagine che sta portando avanti Cantone – aggiunge il ministro – e l’idea di una commissione non deve depotenziarla ne’ fermare il lavoro già iniziato da Copasir e Antimafia”.
E sul voto in Abruzzo, a proposito di una eventuale sconfitta del centrodestra, Crosetto ha detto: “Non penso succedera’ nulla al governo, anche se perdere è molto peggio che vincere. Mi stupirebbe perché Marsilio ha lavorato benissimo. Perderei fiducia nella capacita’ degli elettori di cogliere quando c’è una persona che ha lavorato bene per loro”.
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