Il 19enne aveva scritto una lettera al pontefice, chiedendogli di non dire più la frase “Scambiatevi il segno della pace”
«Ciao Andrea, come stai? Sai che ti invierò la papalina che mi hai chiesto?» Sono le parole che Papa Francesco ha rivolto ad Andrea, un ragazzo disabile di Caravaggio, che al telefono lo ha subito riconosciuto. Papa Bergoglio lo ha chiamato mercoledì per ringraziarlo della lettera inviatagli. E quel timbro di voce è stato per Andrea Pirotta, (19 anni tra qualche giorno) come una carezza che lo ha emozionato, ricordandogli l’appuntamento delle 7 del mattino con la messa in diretta da Santa Marta, quella celebrazione alla quale non vuole mai mancare.
«Ero in coda al supermercato – spiega la mamma Maria Teresa Baruffi Pirotta – quando mi è squillato il telefono. Era il Papa, non ho avuto dubbi sentendo quella voce. Ma Andrea non era con me. Quindi mi ha richiamato più tardi». Andrea viene avvisato e la zia riesce a riprendere la seconda chiamata. «Per mio figlio e noi – prosegue la mamma – è stata fonte di una grande gioia e serenità. Abbiamo sentito nelle parole del papa la tenerezza e la pace. È stata una ventata di sole e speranza in questo momento dove la nostra terra è più che mai colpita».
Il giovane aveva scritto al Santo Padre sottolineando l’uso improprio della frase “Scambiatevi il segno della pace”, gesto non ammesso di questi tempi. E poi aveva chiesto il dono di una papalina.
Mercoledì mattina, durante la Messa a Santa Marta, papa Francesco aveva citato quella lettera come esempio della spontaneità dei ragazzi, della «loro concretezza, della loro libertà di dire le cose come sono», non risparmiando nemmeno «un rimprovero »al papa. Poi èarrivata la telefonata, un gesto di attenzione che ha donato speranza, ma anche un nuovo sguardo sulla disabilità.
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