Chiara Spatola e Simone Sorrentino uccisi dal vicino di casa Andrea Longo. Il killer le diceva: «Lascia quel ragazzino e mettiti con me, che sono un uomo vero»

La coppia voleva trasferirsi da Volvera a Rivalta, a dieci chilometri di distanza, esasperata dallo stalking dell’autotrasportatore lombardo

di Alberto Giulini e Massimo Massenzio

«Avevo una figlia bellissima, anzi due figli bellissimi, perché Simone era diventato di famiglia. E me li ha portati via, senza un motivo, senza una ragione». Piange Maria Teresa Demartino, la madre di Chiara Spatola, 28 anni, che giovedì sera (24 aprile), a Volvera (Torino), è stata accoltellata a morte con il suo fidanzato Simone Sorrentino, 23enne. A ucciderli è stato il loro dirimpettaio Andrea Longo, autotrasportatore lombardo di 34 anni, con precedenti per rapina e porto abusivo di armi, che a febbraio si era trasferito da Saronno (Varese) per lavoro. Ed era andato ad abitare nel cascinale ristrutturato dove viveva la coppia.

Tra Chiara e Simone amore a prima vista

Chiara e Simone si erano conosciuti un anno fa, quando lei, dopo aver lavorato come parrucchiera e poi nella carrozzeria del padre, era stata assunta nella fonderia di Beinasco dove è impiegata anche mamma Teresa. E dove Simone faceva il caporeparto. Era stato amore a prima vista e il 23enne di Piossasco si era trasferito a casa sua. L’arrivo di Longo ha rotto l’idillio. Un vicino scomodo con il quale, in due mesi, c’erano già stati un’infinità di litigi. Si lamentava per rumori inesistenti, bussava furiosamente alla porta, protestava ogni volta che un’auto entrava o usciva dal cortile. Ed era ossessionato da Chiara, alla quale aveva detto: «Lascia quel ragazzino e mettiti con me, che sono un uomo vero».

Spaventati da Longo, volevano trasferirsi a Rivalta

I due fidanzati erano spaventati, si erano lamentati anche con la padrona di casa ed erano in procinto di trasferirsi a Rivalta, a 10 chilometri di distanza. «Non ne potevano più — conferma mamma Teresa, sorretta dal marito Filippo —. Non l’ho mai visto, ma mi raccontavano delle sue prepotenze. Si era anche invaghito di lei, ma Chiara non gli ha mai dato confidenza. Giovedì pomeriggio mi ha mandato il suo ultimo messaggio “mamma c’è un’ambulanza, speriamo che lo portino via”. Invece l’hanno lasciato lì e lui mi ha tolto la mia unica figlia».

Andrea Longo e la crisi respiratoria

Intorno alle 18 Andrea Longo aveva chiamato il 118 dicendo di avere difficoltà a respirare e nella casa di via XXIV Maggio è arrivata un’équipe sanitaria che ha riscontrato una «crisi respiratoria» dovuta a stati di ansia. In apparenza nulla di grave e, dopo «un’assistenza nella ventilazione», l’ambulanza è rientrata. Nel frattempo Chiara e Simone erano andati in un negozio a Orbassano a scegliere le piastrelle per la nuova casa, dove si sarebbero dovuti trasferire il 20 maggio. Un testimone li ha visti entrare nel cortile alle 19,50 e probabilmente l’assassino li stava aspettando.

Un duplice omicidio premeditato

I carabinieri sospettano che il duplice omicidio fosse stato premeditato e per questo, quando il 34enne si è presentato alla loro porta aveva già sguainato un coltello da sub con una doppia lama lunga 30 centimetri. Il primo fendente l’ha sferrato a Simone in cucina, ferendolo all’altezza dell’occhio sinistro. Poi ha continuato a colpire, anche lungo le scale, quando i due fidanzati hanno cercato di scappare. Li ha raggiunti in cortile e li ha uccisi con le ultime due coltellate, alla schiena e allo sterno, prima di tagliarsi la gola.

Un farmaco ansiolitico in casa di Longo

In casa è stato trovato un farmaco ansiolitico, ma l’uomo non era in cura a Volvera e non era seguito dai servizi sociali. I genitori e gli amici delle vittime si disperano: «Ma come è possibile che nessuno si sia accorto di quanto fosse pericoloso?».

 

 

fonte: CORRIERE TORINO

Be the first to comment on "Chiara Spatola e Simone Sorrentino uccisi dal vicino di casa Andrea Longo. Il killer le diceva: «Lascia quel ragazzino e mettiti con me, che sono un uomo vero»"

Leave a comment