A guidare l’opera delle religiose Mary Queen of Heaven Missionaries (Mqhm) la fondatrice suor Corazon J. Salazar. Oggi le 16 religiose della congregazione si spingono nelle aree remote e nei villaggi rurali per combattere la tratta, strapparle alla prostituzione, offrire educazione e lavoro. L’estrema povertà fra le cause dello sfruttamento.
di Santosh Digal
Manila (AsiaNews) – Salvare le giovani, spesso anche bambine, dalla schiavitù sessuale e dallo sfruttamento ai fini della prostituzione. È questa la missione, iniziata nel 1996, di un gruppo di suore filippine a Cebu, nella regione del Visayas Centrale, che hanno fatto della lotta al traffico di vite umane e della povertà estrema la via per testimoniare Cristo e contribuire allo sviluppo della società. A guidare il gruppo è suor Corazon J. Salazar, un tempo imprenditrice che ha poi abbracciato la vita consacrata fondando l’ordine Mary Queen of Heaven Missionaries (Mqhm), che opera da tempo assieme ad altre sei religiose.
La fondazione come associazione cattolica risale al 2000 per opera del card. Ricardo J. Vidal, ex arcivescovo di Cebu. In seguito si è trasformata in associazione pubblica di fedeli all’interno dell’arcidiocesi il 22 agosto 2003 solennità della Beata Vergine Maria Regina. Ora l’istituto religioso si avvale dell’opera di 16 suore, che si spingono fin nelle zone più remote e nei villaggi di campagna con l’aiuto di laici, sacerdoti e membri delle comunità locali. L’obiettivo delle suore è aiutare i bambini che soffrono fornendo loro istruzione, occasioni di riscatto, fiducia in Dio e nel prossimo.
Il Sud-est asiatico, e le Filippine, in particolare, sono fra le aree al mondo in cui è maggiore lo sfruttamento di bambine e ragazzine come prostitute; l’estrema povertà alimenta situazione di vulnerabilità e mercificazione, in particolare nelle aree rurali. Un quadro confermato da suor Salazar, secondo cui situazioni di indigenza e abbandono spingono le giovani – spesso fra gli 8 e i 15 anni – verso l’industria del sesso, dove vengono sfruttate e in alcuni casi anche uccise. La strategia di intervento delle religiose è suddivisa in due parti: la prima è di liberarle dalla schiavitù; poi vi è il tentativo di garantire loro istruzione e scolarizzazione, per reinserirle in società aiutandole a trovare un lavoro con cui poter vivere in modo dignitoso.
Per la loro opera, le religiose sono considerate “angeli della misericordia” che camminano nei vicoli bui, di notte, per strappare le ragazze dalle zone a luci rosse. “Salviamo bambine e vittime della tratta sessuale – prosegue suor Salazar – che sono ridotte a prostitute” mentre aspettano o cercano per strada “clienti” che le sfruttano, ricevendo in cambio “un piccolo compenso” da usare per “sostenere i bisogni delle loro famiglie”. Le più povere fra le povere sono cadute preda di aguzzini che si aggirano nelle regioni rurali desolate, promettendo ai genitori “un buon impiego in città” come ballerine nei bar o accompagnatrici turistiche.
Le suore hanno elaborato una riabilitazione in due fasi per rispondere ai bisogni immediati delle ragazze, in cerca di una disperata via di uscita. La prima è nel Centro di riabilitazione e di formazione “Home of Love” a Bagasawe, Tuburan, Cebu. Esso offre riparo e assistenza alimentare, sanitaria, psicologica, formazione spirituale e avviamento professionale o scolarizzazione, fabbricazione di candele, creazione di scapolari e rosari, assistenza all’infanzia per le giovani madri con bambini. La seconda fase è al Regina Coeli, in cui le suore hanno fatto inserire oltre 550 famiglie per garantire educazione ai meno abbienti e bloccare il traffico sessuale. Di recente, le religiose hanno strappato al racket della prostituzione tre sorelle fra i 14 e i 17 anni, già vittime di abusi dai familiari e abbandonate dalla madre.
Fonte: Asia News
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