Claudia Di Pasquale, presidente nazionale Age, associazione italiana genitori che rappresenta 90 associazioni su tutta Italia: “Ecco la nostra petizione per i diritti”
di Rita Bartolomei
Roma, 26 agosto 2024 – Caro libri scolastici, al rientro di settembre una certezza per le famiglie italiane: spenderanno di più per mandare a scuola i figli. Ma quanto? Le associazioni dei consumatori hanno già fatto i conti, l’Unc calcola che il rincaro dei testi sarà superiore all’inflazione, almeno il 3%. Rispetto al 2022 siamo però al +8,1%. Per l’Osservatorio nazionale Federconsumatori “per ogni studente in media si spenderanno 591,44 euro per i testi obbligatori + 2 dizionari. La variazione rispetto al 2023 è del +18%”.
Abbiamo rivolto 3 domande a Claudia Di Pasquale, da marzo 2023 presidente nazionale Age, associazione italiana genitori che rappresenta 90 associazioni su tutta Italia.
1. Che cosa state facendo per il caro libri?
“L’aumento è stagionale – conferma la presidente -. Anche per questo l’anno scorso abbiamo lanciato una petizione per la gratuità dei libri scolastici nella scuola dell’obbligo. Siamo arrivati ormai quasi a 60.000 firme. Il ministro Valditara, che dopo Caivano ha stabilito una pena ulteriore per i genitori che non mandano i figli a scuola. Ma a questo, dovrebbe corrispondere un aiuto ai genitori. La decisione è politica”.
2. Qual è stata la risposta del ministero?
“Siamo state auditi alla Camera, ho parlato anche con Valditara. Che chiaramente ci ha messo davanti la coperta corta del bilancio. Così avevamo iniziato una trattativa sulla possibilità di detrarre almeno questo costo dalla denuncia dei redditi. La famiglia che ha due o tre figli a settembre rischia di non mangiare. C’è la spesa per i libri di testo, poi l’abbonamento ai mezzi di trasporto, alle palestre, il corredo scolastico… Sono difficoltà enormi, io ho tre figli e me ne rendo conto benissimo”.
3. Quali sono le regole base per il libro di testo?
“In teoria non si potrebbero sostituire prima di tre anni. E c’è un budget da non superare. Ma se il docente viene trasferito prima, il nuovo che arriva invoca la sua libertà di insegnamento e magari chiede di cambiare testo. Quanto al budget magari arriva l’insegnante di disegno e chiede di prendere un testo ulteriore. Quindi i parametri non vengono rispettati”.
FONTE: QUOTIDIANO NAZIONALE
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