Ai sensi dell’Articolo 50 della Costituzione “il primo ministro deve presentare al presidente della Repubblica le dimissioni del governo”. Già nelle prossime ore potrebbe arrivare la nomina di un nuovo Primo Ministro, ma nulla è escluso
Veronique Viriglio
AGI – In Francia la sfiducia al governo del premier Michel Barnier – con un record di 331 voti – diventato il più breve della V Repubblica, apre a diversi scenari politici con molte incognite che fanno vacillare il Paese, in un clima di grande incertezza economica, ma non solo. Occhi puntati sull’Eliseo, dove Barnier è atteso alle ore 10 per presentare le dimissioni del suo governo a Emmanuel Macron, che dovrà trovare rapidamente un successore. In effetti, ai sensi dell’Articolo 50 della Costituzione, dopo l’adozione di una mozione di ‘censura’ da parte dei deputati, “il primo ministro deve presentare al presidente della Repubblica le dimissioni del governo”.
Sui prossimi passaggi ci sono almeno due scenari possibili, sottolineano i media d’Oltralpe, con diverse implicazioni istituzionali, in particolare per la gestione dello Stato: la nomina di un nuovo Primo Ministro già nelle prossime ore oppure l’attesa di un nuovo governo. Le altre incognite che aprono la strada a speculazioni già accese riguardano invece il nome del successore di Barnier e la composizione del prossimo esecutivo.
Un nuovo premier entro 24 ore
Tempistica davvero serrata per il presidente Macron che, secondo un ex ministro che lo ha accompagnato in Arabia Saudita, “vuole nominare un primo ministro entro 24 ore”. Una rapidità di scelta per arginare la pressione della sinistra radicale di La France Insoumise (Lfi), che chiede le dimissioni di Macron, ma dettata anche dall’esigenza di far approvare il bilancio dello Stato nelle prossime settimane, comunque in tempi piuttosto brevi. Se il titolare dell’Eliseo ha impiegato ben 51 giorni per trovare il successore di Gabriel Attal, ora la situazione è cambiata radicalmente, anche perché il calendario è particolarmente serrato. Oltre al bilancio dello Stato, che dovrà essere adottato nelle prossime settimane, l’esecutivo dovrà anche procedere alla definizione di un nuovo bilancio della Previdenza Sociale, caduto contemporaneamente a Barnier. Diverse sono quindi le strade possibili su questo fronte: il voto di una legge speciale che permetta di chiedere urgentemente al Parlamento di gestire le varie voci del bilancio previdenziale o anche l’attivazione dell’articolo 47 della Costituzione che consente di varare il bilancio previdenziale mediante ordinanza. Se i costituzionalisti sono divisi sulla possibilità che un governo dimissionario possa attivare tali cartucce, Macron potrebbe voler evitare diversi ricorsi al Consiglio costituzionale sulla questione e quindi nominare rapidamente un nuovo governo anche per questo motivo.
Nomina di un nuovo premier più tardiva, a Barnier il disbrigo di affari correnti
Nella seconda ipotesi, se Macron fatica a trovare un nuovo premier in tempi rapidi, Barnier sarà chiamato a rimanere in carica per la sola gestione degli affari correnti. In effetti, sottolineano gli analisti, nonostante la volontà apparente del presidente di agire rapidamente, trovare un successore a Barnier potrebbe rivelarsi un rompicapo in quanto trovare un volontario in un contesto politico difficile, con la spada di Damocle di una nuova mozione di sfiducia nei prossimi mesi, in assenza di una maggioranza in Parlamento. In tal caso a Barnier sarà affidata “la gestione quotidiana dello Stato e la continuazione dell’attualità” fino alla nomina del suo successore. Questo periodo puo’ prolungarsi nel tempo e non è fissato dalla legge fondamentale. Dopo le elezioni legislative a sorpresa indette da Macron lo scorso giugno, l’ex premier Attal, ha gestito gli affari correnti per più di due mesi. Tale scenario, non definito nei dettagli dalla Costituzione, non consente di proporre un disegno di legge all’Assemblea, come già stabilito in passato da una sentenza del Consiglio di Stato. Il bilancio statale dovrà tuttavia essere sottoposto per la seconda lettura all’Assemblea nazionale entro il 21 dicembre.
La possibilità di un primo ministro tecnico
In un’Assemblea nazionale molto frammentata tra il Nuovo Fronte Popolare (Nfp, sinistra), il Raggruppamento Nazionale (Rn, estrema destra), le forze politiche pro Macron e la destra conservatrice di Les Republicains (Lr), il capo dello Stato ha diverse possibilità per trovare un nuovo primo ministro che non venga censurato rapidamente. Potrebbe avviare nuove consultazioni come ha fatto l’estate scorsa per settimane, ma alla luce della situazione politica ancora più complessa, è probabile che un nuovo ciclo di incontri tra i partiti politici e l’Eliseo si trasformi in un vicolo cieco. Pertanto l’altro scenario possibile è quello di nominare un primo ministro “tecnico”, cioè, concretamente, un capo del governo che non appartenga ad alcuna famiglia politica e che non abbia mandato. Diversi socialisti hanno già avanzato questa ipotesi, vedendola come una possibilità per evitare una nuova mozione di sfiducia nei prossimi mesi.
Una squadra di governo immutata?
Dopo la sfida di nominare un nuovo primo ministro, bisognerà trovare una squadra che lo sostenga. Anche in questo caso è una questione di tempo e il tempo stringe in quanto sulla carta la formazione di un nuovo governo è sicuramente complessa e lunga. Equilibrio politico, parità di genere, verifica delle dichiarazioni all’Alta Autorità per la trasparenza nella vita pubblica: la nomina di nuovi ministri può trasformarsi in un secondo rompicapo. Per muoversi rapidamente, il nuovo primo ministro potrebbe essere tentato di mantenere una parte dell’attuale governo, a cominciare da Antoine Armand e Laurent Saint-Martin, i due titolari di Bercy, per riuscire a superare l’impasse politica e concentrarsi sulle questioni economiche e finanziarie, molto pressanti.
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