Le lesioni e il ritardo nell’intervento che poteva salvare la vita a Antonio Picciolo sono stati fatali. Al Perrino manca il reparto di radiologia interventistica
di Cesare Bechis
La notizia della sua morte è giunta ai familiari e agli amici dopo quattro giorni di attesa angosciosa e di speranza. Antonio Picciolo, il 40enne “gigante buono” originario del quartiere Paradiso di Brindisi e conosciuto da tutti anche per il suo lavoro di steward a tanti eventi, è morto oggi, 9 gennaio, a seguito di un’emorragia cerebrale che l’ha colpito la notte tra il 5 e il 6 gennaio.
Un’ora dopo la mezzanotte venne trasportato d’urgenza al pronto soccorso del “Perrino”. Qui, verificata l’impossibilità di prestargli soccorso per l’assenza del reparto di radiologia interventistica, fu deciso di cercare un altro ospedale pronto ad accoglierlo. Rispose il Santissima Annunziata di Taranto, dotato delle strutture necessarie. Vi venne trasferito in ambulanza attorno alle 4. Una corsa però rivelatasi inutile: le lesioni causate dalla forte emorragia e il ritardo nell’intervento che poteva salvargli la vita gli sono stati fatali. Le sue condizioni, già gravi a Brindisi, erano ulteriormente peggiorate durante lo spostamento in ambulanza a Taranto.
La nota dell’Asl
Una nota della Asl di Brindisi chiarisce lo svolgimento dei fatti, Antonio Picciolo «presentava disturbi neurologici ed è stata immediatamente disposta la presa in carico: sono state richieste le consulenze specialistiche di Neurologia, Neurochirurgia e Rianimazione ed effettuati gli esami strumentali. La Tac ha evidenziato un’estesa emorragia subaracnoidea. Gli operatori hanno subito contattato altri ospedali del territorio regionale dotati di Radiologia interventistica. L’ospedale di Taranto ha dato disponibilità ad accogliere il paziente ed è stato disposto il trasferimento» precisa la Asl di Brindisi. L’uomo arrivato a Brindisi all’1.15, è stato trasferito dopo tre ore di attesa, precisamente alle 4.30, giungendo nell’ospedale tarantino ormai in condizione gravissime”.
Su questo episodio si registra l’intervento del consigliere regionale Fabiano Amati. Sottolinea che «sono anni che lamento in quasi solitudine l’assenza della radiologia interventistica all’ospedale Perrino di Brindisi avvertendo che questa carenza genera morti. È una vergogna, vedere un ospedale di II livello privo di quell’importante branca specialistica salva-vita. Tutti i pazienti della provincia di Brindisi bisognosi d’interventi urgenti – sottolinea il consigliere regionale – di radiologia interventistica scontano la pena di essere centralizzati al Perrino e restare in attesa, in condizioni gravissime, sino a quando non si ottiene la disponibilità del Vito Fazzi di Lecce o del Santissima Annunziata di Taranto. E di qui, una nuova corsa in ambulanza, nella speranza di farcela». Anche il parlamentare di FI Mauro D’Attis commenta questo caso: “Per l’ennesima volta – dice – devo tornare a denunciare le gravissime carenze dell’ospedale Perrino di Brindisi: un uomo ha perso la vita perché manca nella struttura la radiologia interventistica. Un ospedale di II livello che versa in condizioni disastrose con un’Azienda sanitaria locale, quella di Brindisi, che non riesce a risolvere i problemi strutturali del servizio. Domani depositerò un’altra interrogazione al ministro della Salute Schillaci per chiedere un’ispezione ministeriale urgente nell’ospedale. E’ evidente che la situazione sia ormai all’acme della crisi e sia necessario l’intervento del governo nazionale per verificare la conduzione della sanità pubblica nella provincia di Brindisi e in tutta la Puglia, perché sullo sfondo resta, a titolo esemplificativo e non esaustivo, anche l’emergenza dei nostri pronto soccorso.”
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