Bracciante morto, il governo annuncia la lotta al caporalato. L’opposizione, “no a misure spot”

AGI – Dopo la morte di Satnam Singh, il bracciante dell’Agro Pontino deceduto in seguito alle ferite riportate in un incidente sul lavoro, il governo Meloni annuncia la lotta al caporalato, nell’ambito di una riunione tenutasi al ministero del lavoro alla presenza della ministra Marina Calderone e del suo collega dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, assieme alle rappresentanze sindacali e datoriali. “Lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato ed intensificare le azioni a contrasto di un sistema che mortifica il lavoro – ha spiegato la ministra Calderone al termine dell’incontro -, mette a repentaglio le vite umane e non fa crescere certo un comparto strategico come l’agricoltura”. Dal canto suo, il ministro Lollobrigida ha commentato: “Una delle cose emersa dalla riunione è che in queste situazioni accade un fatto: la criminalizzazione di uno degli anelli della filiera. Al decesso di un operaio per colpa di un criminale, si criminalizzano le imprese agricole. Queste morti – ha aggiunto – dipendono da criminali, non dal sistema delle imprese agricole”.

L’opposizione non ci sta e dice no alle solite misure spot: “Secondo l’osservatorio Placido Rizzotto della Cgil, il fenomeno dello sfruttamento nelle campagne italiane riguarda 230mila lavoratori. Donne e uomini che vengono sfruttati e sottopagati – hanno affermato i capigruppo M5s nelle commissioni Lavoro e Agricoltura della Camera, Valentina Barzotti e Alessandro Caramiello -. In media, difatti, la paga è di 20 euro al giorno per 10/14 ore di lavoro, vale a dire 1,40/2 euro all’ora. Uno sfruttamento dei diritti umani in piena regola. Dopo la tragica morte di Satnam Singh, il governo ha deciso di muoversi. Vogliamo sperare che i provvedimenti che saranno presi non servano solo a conquistare qualche titolo di giornale ma siano realmente efficaci” e aggiungono “per quanto ci riguarda, crediamo che sia necessario rivedere il decreto Flussi, che nel 2024 è stato un fallimento, e istituire il reato di omicidio sul lavoro per casi come quello di Satnam, dove le responsabilità di datori di lavoro senza scrupoli sono evidenti”.
“Il governo deve chiarire come si fa la guerra al caporalato, altrimenti sono solo parole – ha insistito la dirigente di Italia viva Teresa Bellanova -. E l’unico modo è mettere le persone nella condizione di lavorare in modo regolare. Ma non sembra che il governo voglia fare questo. Se non c’è la prevenzione, le dichiarazioni così vanno bene solo per i titoli dei giornali. Adesso riconosciamo alla vedova di Satnam Singh il permesso? Dopo che li abbiamo sfruttati e condannati alla illegalità? Se lo Stato – ha aggiunto Bellanova – non dà gli strumenti per non essere invisibili a persone che vengono da un altro paese per lavorare, è responsabile. Non possiamo girarci dall’altra parte“.

 

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