Il segretario di Stato americano ha riaffermato il forte impegno degli Stati Uniti per la sicurezza dello Stato ebraico. Il ministro delle Finanze ultraortodosso minaccia di lasciare il governo di Tel Aviv se sarà accolta la proposta di Washington
AGI – Nonostante le proteste della comunità internazionale, l’esercito israeliano continua l’offensiva a Rafah, città al confine con l’Egitto nel sud del territorio palestinese, lanciata il 7 maggio con lo scopo di distruggere gli ultimi battaglioni del movimento islamico. Il bilancio delle vittime degli ultimi attacchi notturni su abitazioni e campi profughi nella Striscia di Gaza è pari ad almeno 22 morti, secondo quanto riporta l’agenzia stampa locale Wafa.
Almeno 12 persone, tra cui donne e bambini, sono perite nei raid su Khan Younis e Rafah, riferisce Wafa, laddove due attacchi israeliani sui campi profughi di Bureij e Nuseirat, nel centro di Gaza, hanno ucciso altre 10 persone. Per il momento appare quindi ancora inascoltato l’appello dei mediatori internazionali a Israele e Hamas affinché concludano un cessate il fuoco, dopo quasi otto mesi di guerra.
Gli Stati Uniti non cedono nel loro pressing diplomatico. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato Israele ad accettare la proposta di cessate il fuoco presentata venerdì dal presidente Joe Biden. Secondo una dichiarazione del portavoce del dipartimento Matthew Miller, Blinken ha parlato ieri con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant della proposta di raggiungere un cessate il fuoco totale e completo a Gaza come parte di un accordo sugli ostaggi che consentirebbe anche di aumentare l’assistenza umanitaria in tutta Gaza.
“Il segretario ha elogiato la volontà di Israele di concludere un accordo e ha affermato che la responsabilità della sua accettazione ricade su Hamas”, si legge nella nota. Blinken ha inoltre sottolineato che la proposta “promuoverebbe gli interessi di sicurezza a lungo termine di Israele” e aprirebbe la possibilità “per una maggiore integrazione nella regione”, riaffermando al contempo il forte impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele
Gallant, fa sapere il suo ufficio, ha detto al segretario di Stato americano che Israele è determinato “a smantellare Hamas come autorità governativa e militare e “a questo proposito, ha discusso la questione di identificare e consentire l’emergere di un’alternativa di governo locale”.
Il piano di pace di Washington
Venerdì scorso il presidente Biden ha reso pubblica una proposta di tregua consensuale con Israele nella quale, in tre fasi, entrambe le parti raggiungerebbero il cessate il fuoco permanente voluto da Hamas e la liberazione degli ostaggi chiesta dall’esecutivo di Benjamin Netanyahu. Hamas chiede l’impegno di Israele a “raggiungere un accordo che porti a un cessate il fuoco globale, a un ritiro completo da Gaza, (e) all’ingresso illimitato di aiuti per dare rifugio e assistere gli sfollati”.
“Hamas ha accolto positivamente la proposta di cessate il fuoco a Gaza e ora aspettiamo la risposta di Israele”, ha dichiarato da parte sua il ministro egiziano degli Esteri ,Sameh Shoukry, in visita a Madrid.
Tensioni nel governo israeliano
La proposta di Washington causa però fibrillazioni all’interno del governo israeliano, dove sono sempre più forti i contrasti tra l’ala pragmatica e l’estrema destra religiosa, un cui esponente, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, ha tenuto una serie di incontri con i rabbini associati al suo partito ‘Sionismo religioso’ riguardo alle sue minacce di lasciare la coalizione se Tel Aviv accetterà la nuova proposta di rilascio degli ostaggi e di cessate il fuoco, riporta il sito Kipa.
Secondo la testata, affiliata alla comunità religiosa, Smotrich intende abbandonare il governo prima che venga approvato qualsiasi accordo di cessate il fuoco. Sabato, dopo aver saputo del piano del presidente degli Stati Uniti, Smotrich ha detto di aver parlato con il primo ministro Benjamin Netanyahu e di avergli annunciato il suo addio all’esecutivo qualora la nuova proposta fosse stata accettata.
Uccisi 12 miliziani filo-iraniani ad Aleppo
Almeno 12 combattenti filo-iraniani, di nazionalità siriana e straniera, sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano su una postazione nella città di Hayyan, a nord di Aleppo, che ha provocato forti esplosioni in una fabbrica, ha fatto sapere l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
Dall’inizio della guerra civile in Siria nel 2011, Israele ha lanciato centinaia di bombardamenti contro le forze del regime di Bashar al-Assad e i gruppi filo-iraniani che le sostengono. Il ministero della Difesa siriano ha affermato in un comunicato che “dopo la mezzanotte… Il nemico israeliano ha lanciato un attacco aereo dal sud-est di Aleppo contro alcune posizioni vicino ad Aleppo” e che “l’aggressione ha causato numerosi martiri e danni materiali”.
Secondo l’Osservatorio, Ong con sede nel Regno Unito e con una vasta rete di informatori in Siria, soccorritori e vigili del fuoco si sono recati sul luogo dell’attentato per spegnere gli incendi e curare i feriti. L’Osservatorio ha aggiunto che Hayyan è “controllato da gruppi filo-iraniani composti da siriani e stranieri”. Gli attacchi israeliani in Siria si sono intensificati dall’inizio della guerra tra Israele e il movimento palestinese Hamas nella Striscia di Gaza in ottobre.
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