Il capo della diplomazia americana ha incontrato il premier israeliano a Gerusalemme: «Sostiene la proposta della Casa Bianca». La palla passa al gruppo islamico
di Nello Scavo
Nelle ore in cui gli Usa forzano i toni dell’ottimismo e pressano su Netanyahu perché non si metta di traverso, Hamas annuncia la ripresa degli attentati suicidi all’interno di Israele.
Non è ancora la definitiva rottura del negoziato, suggeriscono fonti vicine ai negoziatori internazionali, ma l’espressione di un ultimatum che fa dire ai mediatori di avere i minuti contati prima della definitiva rottura.
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken, giunto in Israele in vista di nuove tappe in Egitto e Qatar, ha parlato della necessità di una «ultima spinta» per un cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi, esortando Israele e Hamas a raggiungere un accordo. «Questo è un momento decisivo, probabilmente la migliore, forse l’ultima opportunità per riportare a casa gli ostaggi, per ottenere un cessate il fuoco e per mettere tutti sulla strada migliore per una pace e una sicurezza durature», ha detto Blinken ai giornalisti. Per tre ore il capo della diplomazia americana ha parlato a porte chiuse con il premier Netanyahu. «In un incontro molto costruttivo con il primo ministro, mi ha confermato – ha riferito Blinken – che Israele accetta la proposta ponte. Lui la sostiene. Ora spetta a Hamas fare lo stesso».
Il gruppo islamista, che accusa Netanyahu di cambiare continuamente le condizioni negoziali, ha annunciato la ripresa degli attacchi kamikaze mentre un altro gruppo armato, la Jihad islamica, ha rivendicato un ruolo nell’esplosione avvenuta domenica nei pressi di una sinagoga a Tel Aviv: ha perso la vita l’attentatore e una persona è rimasta ferita.
La scorsa settimana i colloqui in Qatar si sono interrotti senza una svolta, ma i negoziati riprenderanno questa settimana sulla base della «proposta ponte» degli Stati Uniti. L’ufficio di Netanyahu ha dichiarato che il primo ministro «ha ribadito l’impegno di Israele nei confronti dell’ultima proposta americana per il rilascio degli ostaggi, tenendo conto delle esigenze di sicurezza di Israele».
Da quanto viene fatto trapelare, ci sarebbe un “sì” di massima da Israele, ma Hamas ha più volte lamentato come il piano americano di fine maggio, su cui l’organizzazione si era detta disposta a firmare anche senza negoziato, avrebbe subito degli aggiornamenti sgraditi su insistente proposta da Tel Aviv.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, nei giorni scorsi richiamato all’ordine da Netanyahu che chiede la «vittoria totale», all’inviato di Biden ha detto che «l’apparato di difesa israeliano è impegnato a continuare a operare a Gaza finché non saranno raggiunti gli obiettivi della guerra: il ritorno degli ostaggi e lo smantellamento di Hamas». Poco prima Gallant aveva ordinato all’esercito di richiamare in servizio i riservisti precedentemente esentati. Il portavoce delle forze armate Daniel Hagari ha confermato che i militari israeliani espanderanno l’operazione di terra a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, e a Deir el-Balah, nella zona centrale dell’enclave palestinese dove vengono reiterati gli ordini di sfollamento ai profughi. Un tenente israeliano di 21 anni ha perso la vita nel sud della Striscia dopo che un ordigno lanciato da un caccia F-15 dell’aeronautica militare israeliana ha colpito per errore l’edificio in cui si trovava. Altri sei soldati, riporta l’emittente Canale 12, sono rimasti feriti.
Le notizie che arrivano da Gaza hanno allarmato fra l’altro l’Associazione pediatrica israeliana, che invita le organizzazioni mediche internazionali a contribuire alla promozione della vaccinazione contro la poliomielite nella Striscia, dopo che la scorsa settimana è stato registrato il primo caso di poliomielite in 25 anni. «Senza accesso ai vaccini, l’attuale epidemia potrebbe diffondersi e mettere in pericolo i bambini in tutta la regione», afferma l’organizzazione di Tel Aviv. Le Nazioni Unite hanno chiesto una settimana di «tregua sanitaria» per consentire le vaccinazioni. Antony Blinken, al suo nono viaggio in Israele (dopo gli otto precedenti conclusi con un nulla di fatto) ha dichiarato di essere preoccupato per la comparsa della poliomielite a Gaza assicurando che Washington sta lavorando con il governo israeliano su un piano di vaccinazione.
Il fronte settentrionale resta in massima allerta. Compagnie aeree come Lufthansa e American Airlines hanno prolungato la sospensione dei voli in Libano e in Israele almeno fino al 26 agosto. Anche ieri due caccia israeliani hanno sorvolato a bassa quota Beirut innescando il “bang supersonico” sopra la capitale libanese, spaventando la popolazione quando hanno infranto la barriera del suono. Nelle stesse ore sono stati colpiti alcuni obiettivi di Hezbollah. Il gruppo armato filoiraniano ha confermato l’uccisione di due combattenti e ha risposto con il lancio di droni contro Israele.
Nell’attesa di una svolta negoziale, niente che al momento faccia dare per scontato un accordo che metta il tappo alle bocche da fuoco.
fonte: AVVENIRE
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