Con il completamento delle opere di urbanizzazione nella nuova zona 167 di Barletta è stato possibile procedere alla toponomastica della zona in espansione. Il primo atto è l’omaggio a due concittadini vittime del dovere con due strade intitolate alla memoria degli agenti della Polizia di Stato, Tommaso Capossele e Savino Antonucci.
Alla celebrazione di commemorazione presenti i familiari delle vittime, il Capo della Polizia e Direttore Generale di Pubblica Sicurezza Franco Gabrielli, il Questore della Provincia di Bari Carmine Esposito, il Prefetto Maria Antonietta Cerniglia, il sindaco Pasquale Cascella e le rappresentanze degli studenti e dei residenti del quartiere.
A sugellare il momento, la piantumazione di due alberi lungo il percorso che congiunge le due strade, affinché possano essere simbolicamente consegnati a coloro che abitano il quartiere come segno di speranza per il futuro.
L’intitolazione di queste prime due strade della nuova zona 167 di Barletta intende onorare l’impegno di quanti, in ogni campo, hanno coltivato la memoria della città affidando così alle nuove generazioni esempi di altruismo e abnegazione di quello spirito civico a cui si è ispirata la decisione della Commissione Toponomastica.
L’agente Capossele, in servizio presso la locale Sottosezione della Polizia Stradale, morì all’età di trent’anni il 9 luglio del 2000 nel centro rianimazione dell’ospedale civile di Andria dove fu ricoverato dopo essere stato travolto da una auto ad alta velocità mentre operava in situazione di pericolo sull’autostrada A/14 cercando di scongiurare più gravi conseguenze. Il 13 marzo del 2001 le Autorità dello Stato riconobbero al Capossele, che lasciava la moglie e due figli in tenera età, la “promozione per merito straordinario” alla qualifica di Assistente della Polizia di Stato. Il giorno 28 dello stesso mese, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì al concittadino la Medaglia d’oro al Valor Civile con la seguente motivazione: «Accorso sul luogo di un incidente stradale, consapevole dell’estremo rischio personale, si adoperava per segnalare la situazione di pericolo al fine di scongiurare più gravi conseguenze, ma veniva travolto da un’autovettura sopraggiunta ad alta velocità, sacrificando la giovane vita ai più nobili ideali di grande altruismo ed altissimo senso del dovere. Nel rispetto delle sue volontà veniva fatta donazione degli organi, ultima testimonianza delle virtù civiche. 8 luglio 2000 – Agro di Andria (BA)»
Morì in servizio anche l’agente Savino Antonucci, il 20 luglio del 1988, all’età di ventiquattro anni, a causa delle gravissime lesioni riportate in un incidente stradale avvenuto nei pressi di Cuneo mentre rientrava al reparto di appartenenza dopo aver assolto al servizio di scorta di un “trasporto eccezionale”. Anche il sacrificio del giovane Antonucci, la cui famiglia aveva origini barlettane, fu doverosamente riconosciuto con il conferimento della Medaglia d’argento dell’allora Capo della Polizia.
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